Il taglio dell’importo del Reddito di Cittadinanza coinvolge più beneficiari di quanto si pensi. Basta un errore e i soldi diminuiranno.
Numerosi cittadini si accorgeranno di un taglio sull’importo dell’RdC e la causa è un errore proprio del beneficiario.
I percettori del Reddito di Cittadinanza hanno degli obblighi da rispettare per continuare ad ottenere la ricarica mensile e ricevere sempre lo stesso importo. Una piccola dimenticanza, infatti, può comportare il taglio della cifra erogata. E avere meno soldi in un periodo di rincari significa fare delle rinunce. Fino a che sarà attiva la misura, dunque, i beneficiari devono stare molto attenti per non veder diminuire l’importo della ricarica. Il rischio di dover dire addio alla prestazione è alto dato che molti partiti non hanno mai gradito l’RdC e le prossime elezioni potrebbero decretarne la fine. In attesa di conoscere il responso, cerchiamo di capire in quali casi la somma spettante varia.
Taglio dell’importo dell’RdC, le cause
Le cause di un taglio dell’importo dell’RdC sono varie. La prima motivazione è legata ad un cambiamento della situazione reddituale e patrimoniale del beneficiario. L’INPS recupera i dati necessari per stabilire la somma da erogare dall’ISEE, il documento che attesta la situazione patrimoniale e reddituale del cittadino. L’importo massimo per una persona singola, ad esempio, si ottiene unicamente qualora i redditi siano pari a zero e non si disponga di altre entrate. La somma, poi, può essere maggiorata nel caso in cui si dovesse vivere in affitto.
In linea generale, se nel periodo di fruizione della misura il beneficiario dovesse vantare anche una sola singola entrata reddituale non indicata nell’ISEE l’importo diminuirebbe. Questo perché è obbligatorio per il cittadino inviare il modello RDC COM per informare l’INPS della variazione di reddito o patrimonio intervenuta. Essendo il Reddito di Cittadinanza una misura di sostegno al reddito, anche un’unica integrazione comporterebbe la riduzione della somma spettante.
Spese non effettuate, un errore che costa caro
La ricarica mensile sulla card prevede che i soldi sia spesi seguendo le direttive della normativa. Ci sono, infatti, delle spese che non sono ammesse come, ad esempio, il pagamento di giochi che promettono vincite, acquisti nelle gallerie d’arte o da un gioielliere e armi. Inoltre, la somma erogata mensilmente deve essere spesa nell’arco del mese stesso e non può essere cumulata con l’importo della ricarica successiva. Se ci sono soldi presenti sulla card al momento della ricarica verranno scalati dalla somma spettante.
ISEE corrente e ISEE ordinario, un’altra spiegazione al taglio dell’importo
Il taglio dell’importo dell’RdC può essere dovuto alla differenza tra ISEE ordinario e ISEE corrente. Il primo è il valore dell’indicatore con riferimento alle informazioni dell’anno precedente. Il secondo, invece, tiene conto dei dati attuali del richiedente e può essere richiesto nel momento in cui intervengono variazioni reddituali e patrimoniali in peggio proprio per abbassare il valore. L’ISEE corrente, però, ha una scadenza. Perde di validità trascorsi sei mesi. Di conseguenza, dopo questo lasso di tempo la ricarica dell’RdC sarà nuovamente calcolata facendo riferimento all’ISEE ordinario dal valore più alto e, dunque, causa di un importo più basso di erogazione.