Superbonus: novità crediti fiscali ma le banche e le imprese sono in attesa di chiarezza

Il Superbonus è una detrazione del 110% sulle spese sostenute per specifici interventi effettuati su immobili residenziali.

Nello specifico, su immobili unifamiliari o condominiali e gli interventi sono caratterizzati da una certa complessità.

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Infatti, riguardano il la riduzione del rischio sismico, il risparmio energetico, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.

Superbonus: novità crediti fiscali ma le banche e le imprese sono in attesa di chiarezza

Nel mezzo della campagna elettorale gli interventi che interessano il Superbonus sono ancora bloccati a causa dei crediti fiscali a esso legato. Quindi, ci si trova in una situazione di stallo: o la situazione di sblocca oppure rischia di concludersi in maniera dolorosa per richiedenti e imprese.

Nel mese di luglio, in base ai dati dell’ENEA (l’ente che opera nel settore dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie), la richiesta del Superbonus è continuata a crescere. Anzi, sembrerebbe che non ci sia traccia dello stop che il governo avrebbe annunciato.

Infatti, nel solo mese di luglio secondo i dati si segnalano 4 miliardi e mezzo di nuovi lavori, ovvero 25mila nuovi cantieri. In totale, le opere ammesse al Superbonus fino a ora sfiorano i 40 miliardi; mentre i lavori realmente conclusi, sempre secondo i dati di luglio, risultavano 28,2 miliardi. Ma il rischio di alcuni committenti è di restare in sospeso.

I condomini hanno tempo fino a dicembre 2023 per sfruttare la detrazione 110%. Poiché per allestire i ponteggi e iniziare i lavori, secondo gli amministratori dei condomini, ci vogliono tra i 10 e i 12 mesi, è importante che questi si affrettino.

Proprietari di villette e di immobili unifamiliari hanno tempo fino a fine anno 2022 purché i lavori siano in corso al 30 giugno di cui almeno il 30% realizzato.

Su Superbonus pesa però la questione legato alla cessione dei crediti. Il decreto Semplificazioni ha inserito molte novità. Tra queste ha permesso alle banche di cedere i crediti ai correntisti di partita IVA.

Inoltre, ora chi avvia un lavoro e matura un credito lo può utilizzare o cedendolo direttamente oppure come sconto in fattura. In questo caso può retrocederlo all’impresa che esegue i lavori. Il credito può essere comprato solo dalle banche, assicurazioni o finanziare (secondo e terzo passaggio). Infine, il quarto passaggio è possibile da banca a cliente professionale.

Allargata la platea degli acquirenti

In realtà, recentemente è stata allargata la platea degli acquirenti con l’intento di permettere alle banche di smaltire i crediti fiscali arrivati a loro. In questo modo anche le imprese troveranno giovamento. Però nonostante le buone intenzioni, secondo gli esperti, non basta.

L’ANCE Sicilia (Associazione nazionale costruttori edili) ha denunciato, qualche settimana fa, ancora lo stallo chiedendo lo sblocco immediato. Questo perché “se ciò non accadesse, a breve l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere ai proprietari degli immobili, con i cantieri fermi da mesi, di restituire le somme finora percepite”. Ma anche le sanzioni dovute ai lavori non portati a temine.

Secondo l’Associazione è l’unico modo per salvare le imprese edili che da mesi attendono di recuperare i soldi anticipati per l’inizio dei lavori. Ci vuole, secondo i costruttori, una maggiore chiarezza su chi è responsabile in caso di addebiti da parte del Fisco.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate hanno sottoscritto uno schema di convenzione che prevede che il Fisco controlli sei crediti su dieci. Il documento sarà discusso con i sindacati a inizio settembre, ma già promette che il tema Superbonus è di massima attenzione sia per il MEF sia per le Entrate.

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