I diritti inespressi offrono l’opportunità di chiedere una pensione più alta per gli ultimi 5 anni percepiti. Scopriamo come mettere in pratica questa interessante occasione di guadagno.
Obiettivo una pensione di importo più elevato. Come raggiungerlo? Dando voce ai diritti inespressi e chiedendo eventuali arretrati.
I pensionati che non conoscono il significato dei diritti inespressi rischiano di perdere soldi inconsapevolmente. Eppure si tratta di un’opportunità importante per aumentare l’importo della pensione e per ricevere gli arretrati degli ultimi cinque anni di assegno percepito. Parliamo di migliaia di euro che farebbero molto comodo sul cedolino della pensione. Vediamo, allora, di approfondire questi diritti inespressi per capire quando spettano, a chi e come farli valere.
Pensione più alta con i diritti inespressi, di cosa si tratta
Gli importi della pensione possono essere molto bassi. Per questo motivo esistono sostegni al reddito volti a sostenere economicamente i cittadini che percepiscono un assegno non sufficiente ad affrontare il costo della vita. Solitamente vengono erogati dall’INPS ma solamente se il beneficiario invia domanda di accesso alla prestazioni. Gli aiuti, infatti, non vengono riconosciuti d’ufficio. Capita spesso, quindi, che gli aventi diritto non siano a conoscenza dell’opportunità loro offerta. Ebbene, qui entrano in gioco i diritti inespressi ossia le misure che spettano di diritto ma che non sono mai state chieste perché inconsapevoli della loro esistenza. Per verificare quali prestazioni spettano basterà utilizzare il servizio INPS “Consulente digitale delle pensioni“.
Il pensionato ha cinque anni di tempo prima che i diritti cadano in prescrizione. Ciò significa che inviando domanda oggi, nel 2022, sarà possibile sia iniziare a ricevere le misure spettanti dal prossimo mese sia ottenere gli arretrati a partire dal 2017. Come si traduce tutto questo? In una pensione dall’importo più alto.
Quale misure possono far ottenere più soldi
I diritti inespressi riguardano misure con accesso reddituale la cui erogazione è connessa alla presentazione di una domanda. Rientra nella definizione, ad esempio, l’integrazione al trattamento minimo. Parliamo della somma erogata per fare in modo che l’assegno raggiunga l’importo minimo previsto dalla Legge. Il trattamento minimo ha un valore che varia ogni anno grazie al meccanismo di perequazione. Nel 2022 è di 524,34 euro e spetta ai pensionati che hanno un reddito personale inferiore a 6.816,42 euro. L’importo viene erogato parzialmente per redditi superiori a 6.816,42 euro e inferiore a 13.632,84 euro.
Rientrano tra i diritti inespressi, poi, le maggiorazioni sociali previste per chi è in difficoltà economica. Beneficiari sono i pensionati tra 60 e 64 anni con un aumento di 25,83 euro al mese; tra 65 e 69 anni con aumento di 82,64 euro e over 70 con l’incremento al milione pari a 136,44 euro. Da non dimenticare, poi, la quattordicesima. In caso di prestazione non pagata il pensionato può presentare una domanda di ricostituzione dell’assegno per ricevere i soldi spettanti. Concludiamo con gli assegni familiari che danno diritto ad un aumento della pensione soddisfacendo i requisiti.