TFR – TFS: la rabbia dei lavoratori dipendenti per i mancati pagamenti

La pensione dei dipendenti pubblici è legata ad un problema che desta molta preoccupazione: il pagamento del TFR. Esso, purtroppo, viene posticipato di molti mesi.

Alcuni lavoratori devono aspettare anche ben 5 anni, prima di ricevere l’erogazione del TFR. Non sono bastate le sentenze della Cassazione e della Corte Costituzionale a risolvere la questione.

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Il Trattamento di Fine Rapporto (cd. liquidazione o buonuscita) è un’indennità che spetta al lavoratore, in seguito a licenziamento, dimissioni o risoluzione volontaria del rapporto di lavoro. Si tratta di una retribuzione differita nel tempo, che viene versata solo dopo la fine dell’attività lavorativa.

Tale indennità è calcolata in base allo stipendio del dipendente ed è maggiorata e rivalutata per ciascun anno lavorativo. La legge, inoltre, consente al dipendente di chiedere di versare il TFR in un Fondo di previdenza complementare. Esso è, infatti, molto conveniente per molti aspetti, come la facoltà di accedere ad una forma di pensione integrativa.

Leggi anche: “TFR statali: liquidazione INPS fino a 5 anni, ma i tempi possono cambiare“.

La causa dei ritardi per il versamento del TFR

La disperazione dei lavoratori pubblici, che sono costretti ad attendere tempi biblici per poter riscuotere quanto dovuto dopo anni di sacrifici, è intollerabile. Per tale motivo, si sta pensando ad un modo per superare la dilazione dei pagamenti della liquidazione.

Se, infatti, il TFR non è altro che una retribuzione differita, rimandarne per così tanto tempo l’erogazione va contro agli stessi obiettivi per i quali è sorto. Non permetterebbe, dunque, il sostentamento del beneficiario.

Di recente, attraverso un comunicato, l’INPS ha chiarito la situazione relativa al pagamento del Trattamento di Fine Servizio ai dipendenti pubblici. L’Ente ha dichiarato che il versamento dell’indennità avviene entro 105 giorni dalla cessazione dell’attività lavorativa a causa di  inabilità o decesso del lavoratore.

Nel caso, invece, di cessazione per raggiungimento dei limiti di età o di servizio, l’erogazione ha luogo non prima di 12 mesi dalla data di cessazione. In tutti gli altri casi, infine, il pagamento della liquidazione è posticipato di almeno 24 mesi.

Per ulteriori informazioni: “TFR dipendenti statali: sconcertante, i tempi di attesa per l’erogazione sono lunghissimi“.

Come avviene il pagamento della liquidazione?

Per i dipendenti statali, l’erogazione del TFR si effettua secondo tali modalità:

  • in un’unica soluzione, qualora la somma lorda spettante non sia maggiore di 50 mila euro;
  • in due rate annuali, se l’importo supera i 50 mila euro ma è inferiore a 100 mila euro;
  • in tre rate annuali se è maggiore di 100 mila euro.

Nell’ipotesi di pagamento a rate, la seconda e la terza sono erogate dopo 12 e dopo 24 mesi dalla decorrenza del diritto al pagamento della prima.

A tutte le tempistiche di pagamento, poi, vanno sommati altri 90 giorni per l’istruttoria dell’Inps. L’Istituto, infatti, ha l’obbligo di verificare tutte le informazioni trasmesse dall’ex datore di lavoro del beneficiario. Spesso, però, accade che i dati forniti non siano completi e, dunque, non consentano la corretta lavorazione della pratica.

In caso di pensione anticipate (ad esempio, tramite Quota 100), la liquidazione decorre dalla data ipotetica della pensione ordinaria e non da quella della fine effettiva della carriera lavorativa.

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