L’inabilità al lavoro è prestazione economica erogata ai soggetti che non possono svolgere un’attività lavorativa. Magari perché affetti da grave infermità.
Un lavoratore inabile al lavoro al 100% con quasi 67 anni di età (da compiere a novembre) e con 15 anni di contributi da lavoro dipendente può chiedere la pensione di inabilità.
Infatti, con una invalidità al 100% il lavoratore rientra nella categoria degli aventi diritto alla pensione di inabilità. La prestazione però è erogata su richiesta. Perciò se un lavoratore non la mai percepita dovrà fare un’apposita domanda per ottenerla. Inoltre, in un articolo precedente si è detto che ai lavoratori invalidi sia italiani sia stranieri spettano per invalidità o inabilità.
Inabilità 100%: quali contributi e pensioni spettano? Non a tutti è chiaro
Tra l’altro se al lavoratore è stato anche conosciuto l’assegno di invalidità, oltre ai 15 anni di contributi versati come dipendente avrà anche quelli figurativi che spettano agli invalidi al 100%. Questi saranno utili per maturare i requisiti dei 20 anni che servono per la pensione ma non per quella si vecchiaia.
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Al contrario, qualora un lavoratore inabile non abbia percepito l’assegno di invalidità può farne richiesta all’INPS, ma la prestazione spetterà solo fino a 67 anni. In seguito, si trasformerà in assegno sociale. Anche in questo caso, il lavoratore potrà continuare a percepire la prestazione fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia che, come detto, si percepisce ala raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica e con 35 anni di contributi (15 + 20).
Per acquisire i contributi mancanti e per raggiungere quelli dovuti per la pensione di vecchiaia è possibile anche scegliere i contributi volontari. Se versati per cinque anni si raggiungono i 20 anni di contributi necessari per ottenere la pensione di vecchiaia. Fermo restando che, all’età di 71 anni, al lavoratore spetterebbe comunque la pensione, ma senza il limite contributivo.