La notizia dello scandalo Pfizer non sembra trovare molto spazio nelle cronache italiane. Eppure, ciò che sta avvenendo è di una portata incredibile.
Un ex dipendente della Ventavia Research Group ha denunciato procedure non conformi durante la sperimentazione del vaccino Comirnaty. Il caso è scoppiato in America e secondo quanto riportato su Scenarieconomici.it, la casa Farmaceutica sta tentando in tutti i modi di far archiviare il processo.
Le clamorose dichiarazioni e ciò che sta accadendo, però, non stanno trovando molto spazio nella cronaca italiana, e forse nemmeno all’estero. Se le accuse fossero confermate, si aprirebbero scenari inquietanti e preoccupanti.
Pfizer avrebbe modificato le procedure della sperimentazione e quindi venduto un prodotto “non conforme”. La casa farmaceutica prova a difendersi affermando che non era a conoscenza dei fatti. Ma andiamo con ordine e vediamo di capire quali sono gli attori protagonisti di questa vicenda.
Ventavia Research Group è uno dei centri di ricerca dove sono avvenuti i trial del vaccino Comirnaty per conto dell’azienda farmaceutica Pfizer, ovvero le procedure di sperimentazione del vaccino contro il Covid.
Brook Jackson è un ex dipendente di Ventavia, e ha denunciato all’FDA una serie di procedure scorrette avvenute durante i suddetti trial. Le violazioni anche alle norme più basilari sono state così numerose che durante il suo lavoro ha manifestato dubbi e perplessità, arrivando poi alla decisione di denunciare il tutto.
La Pfizer nel dicembre 2020 presenta la documentazione e i risultati della sperimentazione all’FDA, ottenendone l’autorizzazione. Ma se questi dati fossero “falsati”? I cittadini americani potrebbero chiedere un maxi risarcimento, anche in nome e per conto del Governo, consapevole o meno di quanto stesse accadendo.
Scandalo Pfizer, cosa sta accadendo in un processo in America
Siamo di fronte ad uno storico “scaricabarile”. Pfizer dà la colpa all’ex dipendente, che dà la colpa all’azienda per cui lavorava. L’FDA si discolpa affermando che i dati che gli sono stati forniti avrebbero dovuto essere veritieri. Il Governo si discolpa in quanto ha incaricato proprio l’FDA di occuparsi dell’efficacia del vaccino. Ma andiamo a capire nel dettaglio cosa è successo all’interno di Ventavia.
Brook Jackson e il suo avvocato hanno portato alla luce tantissime irregolarità verificatesi all’interno di Ventavia, una delle società alle quali si è appoggiata Pfizer per sperimentare il siero contro il Covid. Come effetto immediato, Jackson ha perso il lavoro e ha subito l’accusa di aver effettuato procedure irregolari. Cioè, la stessa cosa che ha denunciato l’ex dipendente.
Nel sito web Court Listener possiamo trovare la documentazione ufficiale di ciò che è stato messo agli atti presso la Corte distrettuale in Texas, e le risposte che ha dato Pfizer alle accuse inoltrate da Jackson. È possibile scaricare anche qui il documento ufficiale del Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale del Texas, divisione di Beaumont: documento ufficiale
Nello specifico il gruppo Pfizer precisa che: “le certificazioni fraudolente, le false dichiarazioni, i dati falsificati, gli studi clinici contaminati e il licenziamento degli informatori possono essere ignorati sulla base della teoria che la società ha ottenuto una copertura legale federale che le permette di tutelarsi dalle cause per danni“.
Cosa è successo durante la sperimentazione?
In sostanza, secondo la ex dipendente durante le fasi di sperimentazione sarebbe “regnato il caos” e non sarebbero state rispettate le procedure.
Nello specifico, Jackson ha denunciato errori procedurali gravissimi relativi a diverse fasi. Dallo smaltimento errato delle siringhe al mancato monitoraggio sui vaccinati dopo l’iniezione. Dalle comunicazioni sugli eventi avversi trasmesse in ritardo all’errata gestione dei nomi dei partecipanti alla sperimentazione. Infine, una preparazione professionale non idonea da parte di chi ha effettuato le vaccinazioni.
A questo proposito, sembra che Jackson abbia presentato oltre 400 documenti a corredo della sua denuncia. Inoltre, ha affermato che le firme dei pazienti per il consenso informativo sono state falsificate dal personale. Infine, ha dichiarato che qualcosa che, se fosse, vera, sarebbe sconcertante. “Un ex cassiere di Taco (nota catena di fast food americana n.d.r.) era tra quelli incaricati di iniettare ai pazienti il siero sperimentale.”
La Pfizer, afferma che – secondo le leggi americane del False Claims Act – la Jackson non può denunciare niente a meno che “il governo non le persegua anche in un procedimento amministrativo“.
Il British Medical Journal ha approfondito la questione, e nel sito ufficiale della nota rivista scientifica troviamo un ampio contributo. Nel lungo articolo pubblicato, si parla di prove concrete: foto, registrazioni audio e video, che dimostrerebbero gli eclatanti errori, omissioni e falsificazioni di dati avvenuti durante la sperimentazione.
Uno stralcio dell’articolo pubblicato dal BMJ
“In una registrazione di un incontro a fine settembre 2020 tra Jackson e due direttori si può ascoltare un dirigente di Ventavia. Spiega che la società non è stata in grado di quantificare i tipi e il numero di errori che stavano riscontrando durante l’esame dei documenti di prova per il controllo di qualità.”
Resta innegabile, che le medesime procedure “frettolose” possono anche suggerire la predilezione a seguire interessi economici piuttosto che la salvaguardia della salute. E qualsiasi cosa verrà fuori da questo scandalo, in fondo è “troppo tardi”. Le cose sono già successe. E come purtroppo molto spesso accade in frangenti simili, difficilmente qualcuno ne pagherà le conseguenze.