Cos’è l’inflazione e perché tutto costa di più, gli interventi del Governo e le previsioni fino al 2023 per l’autunno

Dopo essere stati al supermercato o aver pagato le bollette può venire da chiedersi cos’è l’inflazione, e perché tutto costa di più.

Purtroppo ormai da mesi stiamo assistendo ad un rialzo generalizzato dei prezzi, e molti di noi cominciano ad avere difficoltà a pagare i consumi, o ad acquistare ciò che serve.

Cos'è l'inflazione
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Viene proprio difficile capire i grandi meccanismi che stanno dietro a mercati, prezzi, e politica. Gli italiani, appena rientrati dalle ferie, devono già pensare a come riscaldarsi il prossimo inverno, senza contrarre debiti.

Ma se vogliamo descrivere cos’è l’inflazione con parole semplici potremmo definirla così. Uno status in cui si verificano – per svariate ragioni – aumenti generalizzati dei prezzi dei beni, alimentari e non. Il potere d’acquisto di un cittadino o impresa, dunque diminuisce.

In soldoni, ciò che posso comprare oggi con 1 Euro domani mi costerà di più. Ma il mio stipendio nel frattempo non sarà aumentato.

Cos’è l’inflazione e perché tutto costa di più, gli interventi del Governo e le previsioni per l’autunno

Risulta chiaro, dunque, che “siamo in piena inflazione”. Ma ovviamente, per i non addetti ai lavori, può risultare difficile capire come evolveranno le cose. Per farlo, ci atteniamo ai dati diffusi da realtà che si occupano proprio di questo. Analizzare la situazione e fare delle previsioni.

Noi lo facciamo grazie ad un’analisi effettuata da Paolo Pezzoli, Senior Economist di ING, che ci è stata cortesemente inviata in redazione.

Iniziamo subito col dire che i livelli di inflazione registrati in questo 2022 sono arrivati ai massimi dal 1985. I costi esorbitanti raggiunti dalle materie prime ha innescato la maggior parte del fenomeno e sta trainando ancora l’andamento dell’inflazione. Per mostrare più chiaramente il quadro della situazione riportiamo proprio una parte del report realizzato da ING.

Ad agosto l’indice CPI NIC preliminare è aumentato dell’8,4% a/a (dal 7,9% di luglio), il livello più alto dal dicembre 1985, e quello armonizzato del 9% a/a (dall’8,4% di luglio), battendo ancora una volta le previsioni di consenso.

Dai dati ISTAT emergono quelli che sono i principali settori coinvolti: “i beni energetici non regolamentati (+41,6% da +39,8% di luglio), gli alimentari (+10,5% a/a da 9,5% di luglio) e i beni durevoli (+3,9% a/a da +3,3% di luglio).”

Il fatto che la benzina sia lievemente diminuita di prezzo non ha prodotto sostanziali compensazioni. Ed è anche chiaro anche le azioni del Governo, sotto forma di incentivi o sgravi, offrono solo in parte un “cuscino ammortizzatore” per famiglie e imprese.

La tendenza sembra quella di un andamento fortemente collegato ai prezzi dell’energia (soprattutto il Gas). Se non verranno effettuati interventi forti da parte del Governo, potremmo rimanere con l’inflazione alta almeno fino alla prima parte del 2023, anche se non mancano previsioni di un ritorno a valori compresi tra il 3,3 e il 6,2. I primi ribassi dovrebbero cominciare a verificarsi nell‘ultimo trimestre di quest’anno.

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