Andando ad approfondire cosa c’è nelle sigarette elettroniche, o meglio nei liquidi, emergono inquietanti dubbi.
La sigaretta elettronica nacque per agevolare chi voleva smettere di fumare. O almeno in questo modo fu molto sponsorizzata. A distanza di anni, come stanno le cose? Analizzando gli ultimi studi possiamo tentare di capire se questo tipo di sigaretta faccia male alla salute o no.
Il fenomeno delle “svapo”, tra l’altro, coinvolge anche e soprattutto i giovanissimi. Il divieto di acquistare sigarette elettroniche è fissato all’età di 18 anni. Ma non è raro vedere ragazzi più giovani fumare e “svapare”. L’idea che i liquidi usati nelle sigarette elettroniche siano privi di nicotina forse genera un senso di sicurezza che non c’è.
E poi comunque esistono anche liquidi con determinate quantità di nicotina. Questi vengono scelti (anche) per diminuirne l’assunzione, scalando pian piano il valore. Dovrebbe servire ai fumatori “classici” a smettere di fumare.
Gli ultimi studi, però, rilevano che chi comincia con una e-cig va poi incontro più facilmente a fumare sigarette classiche. Inoltre i danni ai polmoni sarebbero causati anche dai liquidi, seppur ancora esistono aspetti poco chiari. Ma andiamo a scoprire cosa è emerso da alcuni studi.
‘Sostanze sconosciute’ nelle Sigarette elettroniche, fanno male oppure no?
Alcuni esperti hanno collegato l’uso di sigarette elettroniche a manifestazioni di asma, tosse cronica e bronchiti negli adolescenti. Da quando sono entrati in commercio questi prodotti (era il 2007) qualcuno ha cominciato a chiedersi se i liquidi, seppur senza nicotina, potessero in qualche modo danneggiare i polmoni. O comunque causare problemi di salute.
In un articolo pubblicato su Circulation Research emergono dubbi sulla composizione chimica dei liquidi. E anche sulle possibili malattie causate dall’abitudine di fumare le “svapo”. In uno stralcio della pubblicazione leggiamo quanto segue.
“la composizione dei liquidi all’interno di questi dispositivi non è pubblicamente nota, il che rende difficile prevedere gli effetti sulla salute, compresi gli effetti sui polmoni e sul cuore“.
Dunque intanto non ci sono abbastanza conoscenze per escludere la potenziale tossicità dei liquidi usati nelle sigarette elettroniche. Inoltre c’è da considerare il fatto che ogni fumatore può personalizzare a piacere l’esperienza. E dunque aumentare il calore, mescolare liquidi, aggiungere aromi a piacimento. Andando a creare dei mix su cui nessuno potrebbe realmente studiare.
Inquietante è poi il fatto che gli ingredienti conosciuti dei liquidi sono sì elencati tra quelli sicuri. Ma le componenti di questo elenco sono sicure per un uso alimentare. Nessuno sa cosa possono fare se inalate, perché non esistono studi a riguardo. Un po’ come dire che lo zucchero fa bene, se lo mangiamo. Ma se lo respiriamo?
Altri studi hanno evidenziato che durante l’uso della sigaretta si sviluppano sostanze tossiche e notoriamente cancerogene. Come l’acetaldeide, l’acroleina, il diacetile e la formaldeide.
L’appello delle associazioni per tutelare la salute dei fumatori
A seguito di tutte queste incertezze, non sono poche le realtà e i Governi che cercano di informare la popolazione sui potenziali rischi delle sigarette elettroniche.
In America, ad esempio, l’età per poterle acquistare è passata a 21 anni. Nel nostro Paese chiunque raggiunge la maggiore età può comprarle. Ma pensiamo al fatto che basta andare in Internet e tutti possono acquistare una sigaretta elettronica e/o i liquidi e gli accessori.
Serve una maggiore comunicazione, soprattutto verso i giovanissimi. Che probabilmente pensano che l’assenza di nicotina garantisca loro di poter fumare senza rischi. Non si sa, in sintesi, se i giovani potranno in futuro sviluppare malattie cardiovascolari o a carico dell’apparato respiratorio. Dunque la proposta è quella di offrire più informazione a riguardo e anche aiuto per smettere di fumare, anche le sigarette elettroniche.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)