Siamo arrivati ai Vaccini anticovid aggiornati, e le persone si chiedono anche se i guariti dal Covid devono continuare a farsi inoculare sieri o no.
È di pochi giorni fa la notizia che saranno presto disponibili i nuovi vaccini bivalenti contro il Covid. Ma sull’efficacia dei primi sussistono ancora dubbi e soprattutto le persone cominciano a “non capire più niente” su quante dosi debbano fare, quanti booster, e quando eventualmente terminare questa terapia.
Il Covid ha fatto purtroppo molte vittime, lo sappiamo. Ma è anche vero che al momento le varianti sono meno aggressive. La maggior parte degli italiani ha fatto almeno una, due o tre dosi, e c’è chi si è iniettato anche qualche booster aggiuntivo. Nonostante questo, il Ministero della Salute continua a raccomandare la vaccinazione. Oggi, tramite i vaccini aggiornati.
Si tratta di sieri che contengono due tipi di trattamento, e secondo le case farmaceutiche serviranno a protegge dal Covid originario e da Omicron. Ma anche Omicron si sta “evolvendo”, siamo già a diverse sottovarianti, l’ultima delle quali è Centaurus. Non sono pochi gli esperti che manifestano perplessità sull’efficacia di questi prodotti, testati su pochissimi soggetti e probabilmente ormai già “vecchi”. A causa appunto delle continue varianti che si formano.
La ‘fissa’ del Governo per i Vaccini anticovid e i dati scientifici incredibilmente ignorati
Stando alle forti raccomandazioni del nostro Ministero della Salute, con l’avvento dei nuovi vaccini si andrebbe a esporre una larga fetta di popolazione a continue vaccinazioni, anche ravvicinate nel tempo. Siamo alla quarta, e poi la quinta, la sesta e la settima vaccinazione.
C’è chi ritiene che tutto questo sia “pura follia”. Lo afferma senza mezzi termini il dottor Andrea Stramezzi, un medico che è a favore anche delle cure tempestive e domiciliari dei malati di Covid. In effetti qualche dubbio, anche senza essere virologi, può far capolino alla mente.
Magari ricollegando tutti i dati scientifici che sono stati prodotti finora. E quelli sì, che li hanno stilati dei veri scienziati. Da dove partiamo? In un nostro recente articolo parliamo dei dubbi sollevati da diversi ricercatori sull’efficacia del primo vaccino anticovid. Di cui sono state già inoculate da una a tre dosi. Sono davvero tanti i contributi degli scienziati e dall’articolo è possibile accedere alle pagine ufficiali delle riviste scientifiche che hanno pubblicato i suddetti studi.
Non solo: Pfizer è al centro di un potenziale scandalo, perché in Texas qualcuno ha denunciato gravissime carenze nella gestione delle sperimentazioni. Un qualcosa che andrà chiarito, ma di certo non può essere ignorato dalle Istituzioni. C’è in gioco, appunto, la salute delle persone di tutto il mondo.
Eppure, nonostante tutte queste evidenze, il Governo, i politici (chi più, chi meno) e soprattutto il Ministero della Salute continuano a raccomandare fortemente la vaccinazione contro il Covid. E non è finita perché c’è un altro studio che si aggiunge a tutti quelli che dovrebbero quantomeno suscitare un po’ di interesse a chi di dovere. Ecco di cosa si tratta.
“I guariti dal Covid non devono fare il Vaccino”, ormai la confusione regna sovrana
Che l’immunità naturale sia solitamente più “efficiente” di quella data da vaccino non succede solo con il Covid. Durante la pandemia e poi soprattutto con le varianti molte persone si sono ammalate, qualcuno addirittura “senza accorgersene”.
Tanto che furono sollevati dubbi anche sui metodi di vaccinazione. Molte persone forse avevano già avuto il Covid, ma prima di vaccinarsi non hanno potuto verificarlo con delle analisi o test. Hanno dovuto iniettarsi il siero per via degli obblighi, applicati come ricordiamo soprattutto a determinate categorie di lavoratori e agli over 50.
lo studio che pone ancora più interrogativi sulla gestione della malattia
Uno studio, però, alimenta i dubbi che già erano stati posti da molteplici ricercatori, medici e scienziati. Chi è guarito naturalmente dal Covid, deve continuare a vaccinarsi? Il rischio è quello, paradossalmente, che le difese immunitarie “impazziscano” o addirittura “crollino”.
Lo studio che ha cercato risposta a questa domanda è stato eseguito dai ricercatori dell’istituto Altamedica. Hanno usato un metodo particolare, la citometria a flusso sui linfociti-B di memoria. I risultati hanno evidenziato che i guariti naturalmente hanno una memoria immunologia molto lunga, che è in grado di contrastare nuove infezioni, anche delle varianti.
Come afferma anche il professor Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Altamedica, ecco cosa significa la scoperta appena fatta.
“Lo studio sperimentale, eseguito su un numero considerevole di soggetti che hanno contratto l’infezione, dimostra che i linfociti B sono pronti a riattivarsi immediatamente allorché vengano nuovamente a contatto con il virus, trasformandosi in plasmacellule che poi genereranno gli anticorpi specifici. Ovviamente non vi è paragone sulla efficacia della immunità naturale rispetto a quella modesta e limitata post-vaccinale. I vaccini sono attivi soltanto contro una parte del virus, la proteina spike, mentre gli anticorpi naturali sono attivi contro tutto il virus e quindi non temono varianti“.
Anche senza essere medici esperti, queste parole fanno capire molto bene il concetto. Dunque sorge spontanea la domanda: perché si continua a raccomandare fortemente a tutti, indistintamente, la vaccinazione o i richiami? Ognuno può trarre le sue conclusioni.