L’ansia e la depressione rovinano la vita delle persone ma l’INPS le riconosce come patologie invalidanti? Occorre avere pazienza.
Attacchi di panico e depressione sono i mali della nostra epoca. Danno diritto ad un assegno di invalidità?
Parole d’ordine della società contemporanea sono frenesia, routine, dinamismo, performance, competizione, tutti elementi che a lungo andare complicano la vita delle persone. Sentirsi continuamente sotto esame oppure avere mille impegni da portare avanti può essere devastante per il proprio benessere psicologico. Le pause sono importanti e non solo una volta all’anno per la vacanza estiva o invernale. Tutti i giorni ogni persona dovrebbe poter avere del tempo da dedicare a sé per affrontare – se necessario – preoccupazioni, ansie e paure prima che possano schiacciare completamente. E, in questi ultimi anni, di eventi che possono aver aumentato a dismisura timori e angosce ce ne sono a bizzeffe. I più rilevanti sono, naturalmente, la pandemia da Covid 19 e lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia.
Ansia e depressione danno diritto all’invalidità?
Il contesto generale spiega l’enorme numero di cittadini che soffrono di attacchi di panico, ansia e depressione. Nel mondo di stimano 300 milioni di persone con disturbi depressivi, 2,8 di milioni con riferimento all’ansia (di cui il 5,6% minori di 15 anni). Le vittime sociali sono sempre più giovani e i due anni di restrizioni dettate dalla pandemia ne hanno aumentato drasticamente il numero.
Da qui la proposta del Vicepresidente dei senatori di Forza Italia Massimo Mallegni di inserire la depressione, gli attacchi di panico e l’ansia nella lista delle patologie invalidanti. Si tratta, in effetti, di malattie che incidono negativamente sulla vita di chi ne soffre. Ad oggi, solo con la depressione con grado di invalidità riconosciuto tra il 50% e l’80% è possibile godere delle agevolazioni della Legge 104. L’idea è di ampliare l’elenco con altre malattie della nostra epoca. Succederà veramente?
Ad oggi si può richiedere il Bonus Psicologo
Chi è provato dai lunghi mesi di restrizioni e limitazioni resi necessari dalla diffusione dei contagi del Covid 19 può richiedere il Bonus Psicologo per cercare di risollevarsi prima di peggiorare la situazione invalidante. La misura è stata attivata dal Governo proprio in seguito alla constatazione dei danni psicologici causati dalla pandemia. Danni riscontrati soprattutto negli adolescenti a cui è mancata una parte importante della socializzazione e della formazione della propria personalità in relazione agli altri.
Grazie al Bonus i cittadini con ISEE inferiore a 50 mila euro possono ottenere uno sgravio di 50 euro a seduta per un massimo di 600 euro (circa 12 sedute). L’agevolazione verrà erogata fino ad esaurimento dei Fondi, di conseguenza è bene inoltrare subito la domanda.