La pace fiscale è una misura prevista dal 2018 con lo scopo di agevolare il pagamento delle cartelle esattoriali dei contribuenti.
Carlo Cottarelli, candidato con il PD e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani ha calcolato che la pace fiscale proposta dalla Lega potrebbe costare miliardi di euro.
I dati dell’Osservatorio partono dal programma della coalizione di centrodestra nel quale però il riferimento alla pace fiscale e saldo e stralcio è piuttosto generico. Si tratta della fine della tregua fiscale. Infatti, dopo due anni arrivano le cartelle esattoriali in sospeso. Cartelle che l’Agenzia delle Entrate Riscossioni aveva congelato per dare respiro alle imprese e alle famiglie durante la fase più critica della pandemia.
Le proposte per la pace fiscale non convincono l’Osservatorio sui conti pubblici, ecco i motivi
La rottamazione quater (o pace fiscale) che doveva scattare in agosto sembrava cosa fatta ma la crisi del governo e le conseguenti dimissioni di Draghi hanno bloccato sul nascere la possibilità di azzerare il debito con il Fisco. Anche quest’ultima rottamazione avrebbe consentito ai contribuenti di:
- rateizzare gli importi delle cartelle esattoriali;
- cancellare sanzioni, interessi e more (o ritardi);
- abbattere una parte del debito usufruendo del saldo e stralcio.
Come detto, l’Osservatorio sui conti pubblici ha effettuato dei calcoli e partendo dai contenuti nel programma della Lega avrebbe notato che la proposta di questa potrebbe far perdere miliardi allo Stato. Infatti, secondo i dati della Corte dei conti il credito accumulati dallo Stato (leggasi Erario) sono 999 miliardi fino al 2020. Per la Lega «potrebbero essere riscossi integralmente solo 545 miliardi a condizione che le modalità siano effettivamente percorribili».
Quindi, propone sue soluzioni: una nuova rottamazione delle cartelle e un nuovo saldo e stralcio. Soluzioni già proposte dal governo Conte 1 ma che il partito di Salvini vorrebbe estendere anche alle imprese.
La risposta dell’Osservatorio
Secondo l’Osservatorio tre sono i problemi riscontrati su queste due soluzioni.
Il primo è che non in realtà non potrà mai essere riscossa integralmente la cifra di 545 miliardi. Questo perché l’importo comprenderebbe anche sanzioni, more e interessi. Quindi verrebbero meno l’utilità della rottamazione e del saldo e stralcio che consentono di non pagare proprio queste ultime. L’Osservatorio ha calcolato che sottraendo dalla cifra totale gli interessi, le more e le sanzioni la percentuale dell’incasso sarebbe del 59% per le cartelle rateizzate, ma ancora più basso nel saldo e stralcio.
Quindi, qualora tutti i contribuenti aderissero alle due soluzioni nelle casse dello Stato entrerebbero solo 298 miliardi, ovvero circa la metà del debito lordo. Questo rappresenta il secondo problema. Ma in realtà non tutti i contribuenti aderirebbero alla rottamazione quarter e a saldo e stralcio e, di conseguenza, l’importo sarebbe ulteriormente ridotto. Infatti, l’Erario potrebbe riscuotere una cifra tra i 21 ai 30 miliardi. Quest’ultimo caso se le imprese avessero in media cartelle più corpose delle persone fisiche.
Infine, ecco il terzo problema riscontrato dall’Osservatorio sulla proposta di rottamazione quarter e saldo e stralcio proposte dalla Lega: i conti dello Stato non migliorerebbero. Questo perché l’importo è classificato nelle classifiche europee come una tantum. Di conseguenza non ridurrebbe il debito netto dell’Italia e non sarebbe considerato «rilevante per la valutazione dello stato dei conti pubblici da parte della Commissione Europea», conclude l’Osservatorio.