Andare in pensione a 63 anni è possibile per alcune categorie di cittadini ma sarà necessario accettare un importo mensile più basso.
L’APE Sociale permette di uscire dal mondo del lavoro a 63 anni accettando un’indennità di accompagnamento fino alla pensione di vecchiaia.
La misura nota come Ape Sociale è uno scivolo che accompagna fino alla pensione di vecchiaia. Permette l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni ma fino al compimento dei 67 non si riceverà il vero trattamento pensionistico. Ogni mese si otterrà l’erogazione di un’indennità di importo più basso proprio perché calcolata sull’età del lavoratore e sui contributi versati. La scelta dei beneficiari della misura, dunque, è tra l’agognato riposo (spesso necessario o indipendente dalla propria volontà) e un assegno pensionistico più alto. Ricordiamo che le categorie di cittadini ammessi al trattamento sono gli invalidi con grado di disabilità superiore al 74%, i caregiver che si occupano di un familiare invalido da almeno sei mesi, i disoccupati e gli addetti a mansioni gravose.
In pensione a 63 anni con l’APE Sociale
I lavoratori rientranti nelle categorie prima menzionate possono ricorrere all’APE Sociale fino al 31 dicembre 2022 (la proroga della misura è incerta) oppure negli anni successivi a condizione che il compimento dei 63 anni si sia raggiunto entro la suddetta data. Inoltre, c’è il requisito contributivo da rispettare con la maturazione dei contributi legati alla propria categoria entro il 31 dicembre dell’anno in corso.
I disoccupati, gli invalidi e i caregiver dovranno maturare almeno 30 anni di contributi. Salgono a 36, invece, gli anni di contributi per i lavoratori addetti a mansioni gravose. Chi fa parte del settore edile e i ceramisti, infine, dovranno aver versato almeno 32 anni di contributi. In ogni caso, uscendo dal mondo del lavoro con 4 anni di anticipo – 63 anni anziché 67 – significa calcolare l’indennità spettante con 4 anni di contributi in meno.
Cosa comporta l’uscita anticipata
Scegliendo di richiedere l’APE Sociale si andrà in pensione con 30, 32 o 36 anni di contributi invece di 34, 36 o 40 anni. Questo significherà avere un montante contributivo più basso e, di conseguenza, un’entrata mensile di importo inferiore di circa 50/100 euro. A prima vista, dunque, lo scivolo pensionistico sembrerebbe vantaggioso solamente per chi un lavoro non lo ha e, dunque, non può contare su ulteriori altri 4 anni di contribuzione. Ma la decisione finale è puramente personale. Se per stare bene fisicamente e mentalmente si dovrà rinunciare a pochi euro allora l’APE Sociale è la misura adatta.