Un’altra entusiasmante buona notizia arriva dal mondo della ricerca e della salute: un farmaco famosissimo è in grado di prevenire il cancro.
Si tratta di un medicinale che praticamente assumiamo quasi per tutto e che non è affatto innocuo come può sembrare. Infatti, diminuirebbe la morte per cancro del 50%.
Stiamo parlando dell’acido acetilsalicilico, più comunemente conosciuto con il nome di Aspirina, un farmaco commerciale di origine tedesca. Essa si presenta come un antinfiammatorio non-steroideo appartenente alla famiglia dei salicilati. La sua storia è antichissima. Ad esempio, Erodoto sosteneva l’esistenza di popoli capaci di combattere più velocemente alcune malattie comuni grazie al loro cibarsi di foglie di salice. Oppure, anche Ippocrate sostena che una polvere, estratta dall’albero di salice, riuscisse ad alleviare i dolori e a far diminuire la febbre.
Ma si parla di estratto di salice come soluzione naturale curative anche negli egizi, nei sumeri e negli assiri. Anche la popolazione del nuovo mondo, ovvero i nativi americani, usavano tale polvere per le stesse soluzione. Inoltre, per loro era un valido aiuto anche per i brividi, i reumatismi ed i mal di testa. Tuttavia, prima di scoprire come questo farmaco possa aiutare contro il cancro, diamo un’occhiata ad altre chicche. Ad esempio, grazie ad alcuni metodi naturali è possibile curare la salute delle unghie fragili. Oppure, è emerso che il fumo non solo nuoce gravemente ai polmoni, ma anche alla vista. Ebbene, dopo questa breve parentesi, possiamo dedicarsi all’ultima scoperta del momento.
Una ricerca sostiene che l’aspirina sia un farmaco alleato contro il cancro, cosa dicono i dati
Lo studio in questione è stato condotto da dei ricercatori inglesi i quali l’hanno successivamente pubblicato sulla rivista “Open Biology”. Gli stessi sostengono che il farmaco dell’aspirina sia in grado di prevenire la crescita del cancro e della sua metastasi. Addirittura, secondo tali studiosi, basterebbe assumere due aspirine al giorno per almeno due anni al fine di creare, da soli, una protezione contro il cancro per la durata di dieci anni!
In particolare, i protagonisti di una simile ricerca sono stati ben 861 pazienti i quali erano affetti dalla sindrome di Lynch. Questa loro delicata situazione li esponeva maggiormente al rischio di contrarre i tumori dell’intestino e dell’utero. Gli 861 pazienti sono stati divisi, dunque, in due gruppi. Un primo gruppo composto da 427 persone ha assunto l’aspirina per due anni in maniera continuativa. I restanti 434, invece, hanno optato per un placebo.
Tutti e due i gruppi sono stati osservati costantemente per ben dieci anni. Alla fine di questo tempo, è emerso che il primo gruppo, il quale aveva assunto l’aspirina due volte al giorno per due anni, hanno registrato un calo del rischio di cancro del 42,6%.
Considerazioni finali
La squadra di ricercatori, prima di iniziare un simile studio, ha anche preso in considerazione delle ricerche precedenti svolte sempre sullo stesso medicinale. Oltre alla percentuale prima citata, è emerso, nello specifico, che il farmaco può ridurre l’infiammazione tipica del cancro. Ma anche la coagulazione e la crescita anormali dei vasi sanguini. Inoltre, il farmaco non si è fermato di certo qui: lo stesso era in grado di migliorare tutto il processo che si occupa della riparazione delle cellule.
Insomma, quella dell’aspirina è una storia veramente molto antica ed è ovvio che, aiutando tanti popoli, anche oggi se ne faccia uso. Questo perché ha proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, ma riesce, nello stesso tempo, a fluidificare il sangue. Inoltre, ha anche proprietà anticoagulanti. Oggi, però, è spesso sostituita con farmaci al paracetamolo o a base di ibuprofene. Nonostante questo cambio di rotta, speriamo in ulteriori ricerche che possano fortificare con nuove prove quanto descritto sulla rivista “Open Biology”.
Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.