Transizione ecologica o maxi-accordi commerciali? Quello che la UE non dice

Da molto tempo si fa un gran parlare della transizione ecologica. Tanti buoni propositi ma anche verità nascoste. La riflessione.

Siamo in un momento indiscutibilmente “rivoluzionario”. Quasi d’improvviso, siamo chiamati a rispettare l’Ambiente, a consumare di meno, a non inquinare. Il tutto, per salvare il Pianeta. Ma è davvero (solamente) questo? Forse non proprio.

Transizione ecologica
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Ci aspetta un inverno difficile e lo sappiamo. Ad un certo punto, lontano da noi, è scoppiata una guerra e adesso ne paghiamo (care) le conseguenze. Per fortuna non ci sono bombe, case distrutte o vittime, come purtroppo nelle zone direttamente coinvolte dal conflitto.

Ma forse qualcuno avrà compreso che c’è ben altro dietro a questa guerra. Uno stravolgimento degli equilibri politici e commerciali. Anche senza essere esperti economisti, salta subito all’occhio che i consumatori finali (i cittadini) sono quelli che pagano di più.

Nel mentre, ci sentiamo continuamente dire che tutto questo è per l’Ambiente. Che dobbiamo tutelare il futuro dei nostri figli. Che manca poco al punto di non ritorno. Osservando però le azioni dei Governi possiamo notarne alcune che fanno riflettere.

Transizione ecologica, si aiuta davvero l’ambiente o è un grande accordo commerciale? Le verità che non tutti dicono

Guardiamoci un attimo intorno. La tecnologia è sempre più smart e siamo sempre più connessi. Tutto molto bello, ma esistono delle “contrindicazioni”. In un recente articolo trattammo la possibilità che il Governo attuasse dei tagli (o riduzioni) alla corrente elettrica nelle case degli italiani. Per fronteggiare la crisi. E per farlo, verrebbero usati i cosiddetti contatori Smart, quelli che ormai più della metà degli italiani possiede.

Grazie a questi “contatori intelligenti”, è possibile fare molte cose. Anche tracciare le abitudini dei consumatori, e persino capire se in una casa ci sono elettrodomestici datati, che consumano di più. Oltre naturalmente a poter gestire da remoto l’erogazione – o meno – della potenza dell’elettricità.

Si tratta di una rivoluzione tecnologica iniziata in nome dell’Ambiente. In realtà, la medesima rivoluzione potrebbe costare molto caro ai cittadini di tutta Europa.

Adesso subiremo limitazioni nell’uso del Gas, domani per quanto riguarda la Luce, e poi? Poi la strada è “tutta in discesa”. In nome della salvaguardia del Pianeta le persone potranno essere costrette a cambiare ancora, e ancora, gli elettrodomestici.

Oggi si passa al fotovoltaico, domani al frigorifero interrato, e così via. Contrariamente ai principi di salvaguardia dell’Ambiente, un consumismo ancora più sfrenato. Perché i vecchi dispositivi (caldaie, pannelli rotti, elettrodomestici non più conformi, stufe eccetera) come verranno smaltiti? Questo non viene mai spiegato.

Potrebbe avere un senso se tutti questi rivoluzionari cambiamenti fossero accessibili al popolo. Immaginiamo chi ha problemi economici e non può acquistare l’ultimo modello di frigorifero Smart. Immaginiamo che i suoi consumi vengano tracciati, segnalati come inquinanti e dunque sanzionati. Il tutto sempre in nome dell’Ambiente, ovvio.

Forse tutta questa volontà di cambiamento è guidata da accordi commerciali tra le multinazionali informatiche ed energetiche, complici ovviamente i politici. L’Italia, in tutto questo, è capofila. Infatti siamo il Paese UE con il maggior numero di Smart Metering installati, più di 35 milioni. Il passaggio alla nuova tecnologia è iniziato nel 2001 e secondo l’Agenda Ue terminerà entro il 2025.

Ci sono pareri contrari alla transizione ecologica, ecco i dubbi

Sulle modalità con cui è iniziata questa “rivoluzione green” e soprattutto sugli scopi, qualche voce (flebile) sta provando a farsi sentire. Ricordiamo ad esempio le parole del nostro stesso Ministro Cingolani, che non vede proprio di buon occhio il taglio all’elettricità programmato.

Dal punto di vista tecnico nutro qualche dubbio, non tutti i cittadini europei hanno un contatore digitale. Una moral suasion sull’uso dell’elettricità nelle fasce corrette e su un corretto uso degli elettrodomestici è ragionevole, ma credo che questo i cittadini lo facciano già“.

Non solo: anche in altri Paesi Ue esistono pareri discordanti. Ci sono persino già alcune centinaia di cause in corso intentate presso le Corti europee, per violazione della “Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.

Ciò a causa dell’utilizzo di “strumenti di spionaggio di contabilizzazione domestica”. I contatori intelligenti, in pratica. Piccola parentesi: tra l’altro questi contatori smart espongono i cittadini a violazioni e cyber-attacchi. Esattamente come i cellulari e i Pc. Insomma, la sicurezza al 100% non esiste, e ne sono la prova i continui tentativi di frode che subiamo su WhatsApp, le email eccetera.

Ecco le parole poi d Ross Anderson (della Foundation for Information Policy Research). Durante la pandemia da Coronavirus ha criticato l’espansione dei “contatori intelligenti” affermando che “è improbabile che riducano il consumo di energia, ma promuovono l’attività di misurazione e promozione degli elettrodomestici”.

Questa tecnologia, in sintesi, avvantaggia gli operatori del comparto energetico e di chi costruisce elettrodomestici. A danno dei cittadini che molto probabilmente, per “salvare il Pianeta”, potrebbero essere limitati nelle libertà di scelta, dettate dai propri principi ma anche semplicemente dalle difficoltà economiche.

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