L’allarme nucleare sembra sempre più concreto. È lecito chiedersi quanti bunker abbiamo in Italia e cosa dobbiamo fare in caso di attacco.
Un piano di emergenza esiste già, anche se in Italia non abbiamo Centrali nucleari. Ecco cosa succederebbe se una bomba venisse sganciata, anche lontano dal nostro territorio, e cosa potremmo fare per salvarci.
Già ipotizzare uno scenario del genere è davvero inquietante. Se la guerra in Ucraina non verrà fermata, potremmo assistere ad una escalation altamente distruttiva, che potrebbe coinvolgere anche il nostro Paese.
La domanda sorge spontanea: possiamo sopravvivere in caso di “incidente” nucleare? Le immagini vanno subito al disastro di Chernobyl. A ciò che venne fatto subito dopo l’esplosione della Centrale. Anche se in Italia non ne abbiamo una, esiste comunque un piano di emergenza. Ecco cosa prevede e cosa potremmo fare per salvarci.
Il Piano d’emergenza italiano
Il nostro Paese ha adottato un Piano Nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche. Ciò in ottemperanza alle disposizioni dell’art. 182 del D.Lgs. 101/2020.
“Il Piano individua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di
incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati “oltre frontiera”. Ossia impianti prossimi
al confine nazionale, in Europa e in paesi extraeuropei. Tali da richiedere azioni
d’intervento a livello nazionale e che non rientrino tra i presupposti per l’attivazione delle
misure di Difesa Civile, di competenza del Ministero dell’Interno”
I provvedimenti verranno adottati anche in base alla distanza dell’evento e saranno caratterizzati da azioni diverse. La Protezione Civile, infatti, potrà attuare misure a seconda se l’evento è avvenuto entro i 200 km dai confini; tra i 200 e i 1.000 km dai confini oppure oltre i 1.000 km.
La popolazione, in caso di emergenza, verrebbe invitata a chiudersi in casa, e probabilmente sarebbero distribuite le pillole allo Iodio. Ma chiudere porte e finestre basterebbe? Forse no. Ecco che allora potremmo rifugiarci in qualche bunker sotterraneo. Sperando che si trovi vicino a noi. In alcune Regioni ne esistono, e vennero costruiti duranti le precedenti guerre mondiali. Ecco dove si trovano.
Quanti bunker abbiamo in Italia? Come prepararsi a un eventuale attacco nucleare
Una delle prime azioni che la Protezione Civile e gli altri organi preposti attuerebbero in caso di pericolo radiazioni sarebbe quella di invitare la popolazione a stare in casa. Nel Piano d’Emergenza sono poi indicate tutti gli altri provvedimenti possibili. Come ad esempio il divieto di circolazione, i controlli su alimenti, verdure e animali da macello, e così via.
Se la potenza della bomba sganciata fosse inferiore a quella di Hiroshima, per intenderci, secondo gli esperti potremmo salvarci. Seguendo scrupolosamente le indicazioni comunicate da chi si occuperebbe dell’emergenza. E magari nascondendosi in un bunker.
Negli ultimi mesi, sono molte le persone (facoltose) che hanno deciso di far costruire un rifugio. Le aziende hanno ricevuto tantissimi di ordini. Questi rifugi, però, costano appunto molto. La maggior parte degli italiani sarebbe esposta alle radiazioni. Esistono però dei bunker sotterranei in diverse Regioni. Ad esempio in Lazio, in Campania, in Lombardia, in Trentino e in Piemonte.
I bunker italiani più famosi
Noti sono il rifugio antiaereo di Villa Ada a Roma. Venne costruito negli anni ’40. C’è poi un bunker che risale ai tempi di Mussolini, e si trova sotto Palazzo Venezia. È molto piccolo, però, solamente 80 metri quadrati, e dunque sufficiente per poche persone.
Un rifugio più grande è invece quello di Villa Torlonia, a Roma. Lì ci sono quasi 500 metri quadrati di spazio e protezione assicurata in quanto si trova a più di 30 metri sotto il livello del mare.
Passando nell’area del napoletano, possiamo contare su molti rifugi esistenti nella città. I due più grandi sono a San Gregorio Armeno e nei Quartieri Spagnoli.
In Lombardia si trovano i bunker Breda, rifugi antiaerei del 1942; sono posti in tutto il settore est del Parco Nord di Milano. Disponibile è anche il Rifugio 87, in Via Bodio, nonché altri spazi nei pressi della Stazione Centrale in Via Gioia e in Via Cesare Battisti.
Infine, anche a Torino si trova un grande rifugio, proprio sotto la famosa Piazza Risorgimento. Vi entrano fino a 1.150 persone. Un po’ più a Nord troviamo invece il Gamper Bunker, situato nell’Alta Val di Non. Anche questo è opera di Mussolini ed è molto grande.