Andare in pensione a 67 anni senza avere 20 anni di contributi: come aggirare legalmente il sistema

Scopriamo come è possibile andare in pensione a 67 anni senza aver maturato 20 anni di contributi, condizione necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia.

Quando i contributo versati sono poco meno di 20 esiste la possibilità di raggiunge il limite previsto dalla normativa per poter finalmente andare in pensione.

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In Italia i lavoratori hanno diverse opzioni di pensionamento a condizione che soddisfino i requisiti previsti per lasciare il mondo del lavoro. Si tratta, in linea generale, di condizioni anagrafiche e/o contributive. La pensione di vecchiaia, ad esempio, si raggiunge con 67 anni di età e 20 di contributi versati. La pensione ordinaria anticipata con 35 anni di contributi effettivi, l’APE Sociale con 63 anni  di età e dai 30 ai 36 anni di contributi, Opzione Donna con 35 anni di contributi e 58 anni di età. E questi sono solo alcune dei possibili scivoli pensionistici. Come fare, però, se gli anni di lavoro non sono sufficienti ad aver maturato la contribuzione minima prevista? Occorrerà necessariamente continuare a lavorare fino ai 71 anni? Ebbene un escamotage c’è e permette di aumentare 18 o 19 anni di contributi fino ai 20 necessarie per accedere alla pensione di vecchiaia.

Andare in pensione con meno di 20 anni di contributi

Il lavoratore che ha maturato solo 18 o 19 anni di contribuzione teme di dover rinunciare alla pensione di vecchiaia ad un passo dal traguardo. In realtà occorre sapere che spesso dei periodi di assenza dal lavoro o in cui l’occupazione è stata svolta possono valere di più ai fini del calcolo della pensione.

Prendiamo il caso dei lavoratori precoci ossia coloro che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni. L’articolo 1 della Legge 335 dell’agosto 1995 stabilisce una maggiorazione contributiva proprio per il lavoro precoce. Nello specifico, ogni periodo di versamento antecedente alla maggiore età vale 1,5 volte. Attenzione a non confondere questa normativa con Quota 41 che agevola i lavoratori precoci che hanno versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni.

L’opportunità per i precoci da cogliere al volo

Dato che i periodi di lavoro precedenti ai 18 valgono di più, il lavoratore che compie 67 anni nel 2022 essendo nato nel 1955 può accedere alla pensione di vecchiaia con soli 18 anni di contributi se ha iniziato a lavorare a 16 anni. L’importo dell’assegno però sarà calcolato proprio sui 18 anni effettivi di contributi e non sui 20 raggiunti grazie alla normativa.

L’opportunità descritta è valida solamente per i lavoratori che rientrano nel sistema di calcolo contributivo ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996. Questo è un paradosso dato che se si è nati nel 1955 è impossibile aver lavorato a 16 anni dopo il 31 dicembre 1995. Rientrare nel sistema contributivo significa aver cominciato a lavorare a 41 anni, ben oltre la maggiore età.

Diverso il caso delle lavoratrici nate nel 1955 o nel 1956. Per chi ha versato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995 vige la maggiorazione di 4 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 12 mesi di sgravio. Poniamo il caso di una donna con tre figli che ha iniziato a lavorare a 41 anni. Potrà andare in pensione a 67 anni nel 2022 (o nel 2023 se nata nel 1956) con 19 anni di contributi potendo vantare una maggiorazione di 12 mesi (4 x 3).

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