Le malattie come il Parkinson Alzheimer e SLA sono molto studiate. Infatti ancora non sono state trovate cure efficaci o definitive.
Dopo l’ottima notizia relativa alla nuova cura per una forma di SLA, la Ricerca non si ferma. Si esaminano tutte le possibilità . Ecco cosa ha osservato un team di scienziati.
Oltre alla SLA, che come sappiamo è una malattia degenerativa, anche l’Alzheimer prima e il Parkinson dopo sono le malattie neurodegenerative più diffuse. Su alcuni punti, però, sembra che queste malattie, terribili ma diverse, gli Scienziati stiano concordando.
Si ipotizza che a far scatenare queste patologie siano diversi fattori multipli. Che vanno a creare le “condizioni ideali” all’evolvere delle malattie. Per esempio, nel Parkinson sarebbero componenti sia ambientali che genetici. Ereditarietà , lesioni cerebrali, infezioni, neurotossine endogene. Per fattori ambientali, ad esempio, vengono comprese le esposizioni a erbicidi, pesticidi e metalli pesanti. Ma anche abitudini come il fumo o l’alcol o lo svolgimento di determinati lavori.
Anche l’Alzheimer è la forma di demenza senile più frequente. In Italia si stimano circa 500 mila ammalati, più o meno nella fascia d’età over 60. Per quanto riguarda la SLA, invece, al momento sono a rischio gli individui adulti over 30, sia uomini che donne. Maggiore frequenza è rilevata dopo i 50 anni. In Italia si ammalano circa 7 persone ogni 100 mila abitanti.
Parkinson Alzheimer e SLA hanno forse in comune le infezioni? Cosa hanno osservato gli scienziati
Un recente studio, pubblicato sul giornale scientifico Plos Medicine, ci illustra uno sviluppo nella comprensione dell’insorgere di queste malattie. Un team di scienziati ha voluto analizzare i dati di numerosi pazienti, per confermare o meno l’ipotesi di un collegamento tra infezioni e l’insorgere delle malattie.
Ciò che è stato osservato offre un nuovo spunto di riflessione, che potrà aiutare la Medicina a trovare cure più efficaci contro tutte queste malattie neurodegenerative. Come sappiamo, al momento non esistono terapie completamente risolutive. Ma solo medicine che frenano il decorso.
Un’intuizione, però, ha mosso un team di specialisti ad andare a fondo sulle possibili cause delle malattie. Come afferma infatti Jiangwei Sun, del Karolinska Institutet in Svezia, che ha diretto il gruppo di lavoro. “Studi sperimentali sugli animali hanno suggerito che l’infezione giochi un ruolo nello sviluppo di alcune malattie neurodegenerative, ma le prove nell’uomo sono limitate“.
Il team ha analizzato i report di persone affette da Alzheimer, Parkinson e SLA dal 1970 al 2016. Hanno poi effettuato ulteriori controlli abbinati. Le analisi hanno riguardato 291.941 casi di Alzheimer, 103.919 casi di Parkinson e 10.161 casi di SLA.
Senza entrare ovviamente nel dettaglio tecnico, dai dati dello studio emerge un’interessante informazione. Sembra che chi nei 5 anni precedenti all’insorgere della malattia aveva contratto un’infezione abbia avuto un rischio maggiore. Del 16% di sviluppare l’Alzheimer e del 4% di manifestare il Parkinson.
Dunque, avere un’infezione batterica o virale, anche se opportunamente curata, potrebbe andare a concorrere all’insorgenza delle malattie. I pazienti che hanno avuto infezioni multiple nel corso della vita hanno addirittura il doppio delle probabilità di ammalarsi di Parkinson e Alzheimer. Sempre secondo i calcoli degli studiosi.
Naturalmente lo studio getta solo le basi per ulteriori approfondimenti. E non va ad individuare con precisione la correlazione tra infezioni e malattie neurodegenerative. Ma si tratta di un altro importante tassello che si spera porti presto all’ideazione di cure efficaci.