È aumentata la richiesta della legna da utilizzare nei camini o da trasformare in pellet. Ma non è sufficiente per tutti.
L’autunno è arrivato e con esso anche i rincari delle bollette di gas ed energia elettrica. Anche se è ancora presto in molti hanno iniziato a fare le scorte di legna per accendere camini o stufe a pellet.
Come sappiamo reperire quest’ultimo combustibile è molto difficile sia a causa dell’aumento del prezzo (il sacco da 15 chili costa più di 15 euro) sia per le truffe sul web in cui si imbattono gli ignari compratori.
Legna: aumento della richiesta anche per il pellet ma la situazione è preoccupante
Con la notizia che le bollette del gas sarebbe aumentate in molti hanno iniziato a cercare fonte di energia alternative. Alcuni hanno installato pannelli solari, altri invece hanno deciso di comprare una stufa a pellet.
Il pellet, come sappiamo, è un combustibile che si ricava dagli scarti e dai ritagli della legna non lavorato: segatura, schegge, piallatura. A volte anche dall’intero tronco.
Attualmente dato i costi è difficile reperire questo combustibile. e nonostante ci sia una grande richiesta di legna, in realtà l’offerta non riuscirà a soddisfare tutti e per questo c’è molta preoccupazione tra i compratori.
Addirittura, i legnaioli sono costretti a rifiutare le domande perché non riescono a trovare il legno per rispondere alle richieste.
La crisi economica ha colpito tutti non solo i consumatori ma anche i distributori che hanno dovuto alzare i prezzi. Ma non solo, devono “combattere” anche con la mancanza di manodopera e quindi sono costretti a lavorare da soli.
Insomma, si sono trovati di fronte a un’alta richiesta di legna inaspettata perché fino a pochi mesi fa la legna serviva per riscaldare piccole case di montagna. Adesso la richiesta arriva da case nuove con termosifoni o riscaldamento a pavimento, installati per una sicurezza non solo personale ma anche ambientale.
Inoltre, trovare la legna è difficile anche perché in molti luoghi è vietato tagliere gli alberi; mentre dove è possibile bisogna aspettare almeno 30 o 40 anni prima che ricrescano.
Si tratta di una situazione “strana” (ma tipica italiana, purtroppo). Da un lato si sceglie di utilizzare il forno a legna per risparmiare sulle bollette e dall’altra ci sono posti dove l’utilizzo di questi è vietato.