La pensione sembra essere sempre più lontana per i nati dal 1959. Un posticipo di tre anni non gradito e preoccupante.
L’incubo del ritorno della Legge Fornero diventa sempre più simile alla realtà. Servono interventi urgenti o la pensione diventerà un traguardo lontano per tanti lavoratori.
La fine del 2022 significherà dover dire addio a diverse misure pensionistiche temporanea con scadenza proprio il 31 dicembre dell’anno in corso. Dall’Ape Sociale a Opzione Donna fino a Quota 102. Tre opzioni che consentono di uscire dal mondo del lavoro prima della pensione di vecchiaia prevista al raggiungimento di 67 anni di età con minimo 20 anni di contributi. Cosa accadrà dal 1° gennaio 2023? Secondo la Legge previdenziale gli scivoli sono solo due, la già citata pensione di vecchiaia e la pensione anticipata ordinaria. Quest’ultima permette di lasciare il mondo del lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Numeri elevati che difficilmente i lavoratori raggiungeranno prima dei 67 anni. Facendo due conti sarà necessario aver iniziato a 24 anni a maturare contributi, età impossibile per chi ha studiato all’università.
La pensione è lontana, ecco per quale motivo
Senza scivoli di pensione anticipata adeguati lasciare il mondo del lavoro prima dei 67 anni è difficile. Eppure tanti lavoratori temono di non riuscire a lavorare per così tanto tempo. E non parliamo solo di chi svolge lavori riconosciuti come usuranti o gravosi ma di tutte quelle persone con un’occupazione pesante, “fisica”, insostenibile sopra una certa età.
L’alternativa è smettere di lavorare e attendere l’età pensionabile ma come si può vivere senza la retribuzione mensile? Insomma, se non dovessero essere confermate le pensioni anticipate attuali oltre a quella ordinaria che, come accennato, è utile a pochi cittadini, oppure se l’esecutivo non dovesse introdurre nuove soluzioni sarebbe un 2023 alquanto complicato per i lavoratori. Da qui la forte richiesta di flessibilità in uscita limitando, però, le penalizzazioni dal punto di vista economico.
Chi sarà penalizzato dallo stallo del 2023
Il 2023 potrà essere vissuto come un incubo qualora il Governo non trovasse valide alternative o proroghe alle misure sperimentali da tutti i lavoratori nati dopo il 1959. Chi è nato entro il 1958, infatti, potrà usufruire di Quota 102 a condizione che maturi i requisiti entro il 31 dicembre 2022. Le condizioni sono 64 anni di età compiuti entro l’anno e 38 anni di contributi, inclusi quelli da riscatto. Una volta raggiunti i requisiti, si potrà richiedere l’accesso a Quota 102 nel 2023 così come negli anni successivi per la cristallizzazione della misura. Stessa cosa per Quota 100 con riferimento all’anno 2021.
Senza cambiamenti, chi per pochi mesi o giorni è nato nel 1959 dovrà attendere tre anni per andare in pensione.