Pensione di reversibilità ai fratelli, quando è possibile e qual è la quota spettante

La pensione di reversibilità può essere erogata anche ai fratelli del deceduto. Scopriamo quando è possibile e qual è la quota spettante.

Soddisfacendo specifiche condizioni un fratello può ereditare la pensione di reversibilità del deceduto pensionato o assicurato INPS.

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L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroga la pensione di reversibilità agli eredi di un pensionato o assicurato deceduto. Rientrano tra i superstiti il coniuge, il coniuge separato, il coniuge divorziato a condizione che riceva l’assegno di divorzio e non sia risposato, i figli minorenni, inabili e i figli maggiorenni studenti. In assenza di coniuge e figli intervengono altri eredi ossia i genitori del pensionato o assicurato. Solo nel caso in cui mancassero anche questi allora l’eredità passerebbe ai fratelli celibi e sorelle nubili a condizione che alla morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non percepiscano una pensione e risultino a carico del lavoratore deceduto.

Pensione di reversibilità, quando spetta ai fratelli

Se il deceduto non ha coniuge in vita né figli né genitori, allora la pensione di reversibilità spetterà ai fratelli o alle sorelle. L’importante è che risultino a carico nel momento della morte del pensionato o assicurato INPS. Ma la condizione più importante è che l’erede risulti essere inabile al lavoro. Ciò significa che una commissione medica INPS dovrà aver riconosciuto un’invalidità del 100% dopo accertamento tramite visita medica.

L’inabilità al lavoro, infatti, è una condizione alquanto particolare caratterizzata da infermità grave che comporta l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Avendo accumulato 5 anni contributivi di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio permette di ottenere la pensione di inabilità. Se così fosse non sarebbe possibile per il fratello o la sorella ricevere anche la pensione di reversibilità dato che è cumulabile con altri redditi ma non con altri trattamenti pensionistici.

A quanto ammonta la quota spettante

La pensione erogata ai superstiti corrisponde ad una quota percentuale della pensione percepita del deceduto o che sarebbe spettata al lavoratore. Ad ogni erede corrisponde una determinata aliquota di reversibilità stabilita dall’INPS. Al coniuge solo, ad esempio, spetta il 60% della pensione, al coniuge con un figlio l’80% e al coniuge con due o più figli il 100%. Stesse percentuali per uno, due o tre e più figli mentre al genitore solo spetta il 15% e a due genitori il 30%.

Arriviamo, così, agli ultimi eredi, i fratelli e le sorelle del deceduto. Se il fratello (o sorella) è il solo erede l’aliquota di reversibilità applicata sarà del 15%. Se i fratelli o sorelle sono due allora la percentuale salirà al 30%.

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