Oggi non sono pochi i lavoratori che ambiscono ad anticipare ove possibile l’uscita dal mondo del lavoro e il conseguimento della pensione. Ma come stanno le cose? Come funziona in sintesi la pensione anticipata Fornero? E chi ha meno anni di contributi a cosa ha diritto?
La riforma pensioni è quanto mai attesa, sia per snellire e razionalizzare un apparato di regole da ‘svecchiare’, sia per dare un volto moderno alla materia previdenziale in Italia, così come richiesto in ambito UE e in piena conformità agli obiettivi di cui al PNRR.
Se è vero che la prossima riforma delle pensioni con una certa probabilità conterrà nuovi requisiti e nuove opzioni per lasciare in anticipo il mondo del lavoro, vero è che la flessibilità in uscita è ancora tutta da ridefinire.
Al di là di quelle che saranno le nuove regole, già ora vi sono diversi modi per collocarsi in pensione anticipata: di seguito ne parleremo e ci soffermeremo anche sui casi di chi ha 20, 25 o 35 di contributi regolarmente versati. Come può accedere alla prestazione previdenziale? Vediamolo insieme.
Pensione anticipata ordinaria secondo la legge Fornero: caratteristiche chiave
La maggiore possibilità offerta dall’odierno sistema previdenziale ai lavoratori, per non dover attendere di conseguire il requisito anagrafico pieno, consiste nella pensione anticipata ordinaria prevista con la Riforma Pensioni Fornero di cui al decreto legge n. 201 del 2011 – al posto di quella di anzianità.
Elementi essenziali di questa pensione sono quelli che seguono:
- accesso con anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini oppure 41 anni e 10 mesi per le donne (almeno 35 anni di versamenti effettivi);
- il decreto Pensioni del 2019 ha fissato che detti requisiti saranno in vigore fino al 2026 in virtù del blocco degli adeguamenti alle aspettative di vita;
- è possibile conseguire questa forma di pensione solo tramite una finestra mobile ad hoc per la decorrenza del primo assegno, che di fatto ne posticipa il pagamento dopo tre mesi dal conseguimento dei requisiti.
Attenzione però al seguente dettaglio: la Riforma Fornero ha disposto dei disincentivi per chi intende vedersi accreditata la pensione anticipata, vale a dire delle penalizzazioni sull’assegno previdenziale pari ad un meno 1% per ciascun anno di anticipo, entro un massimo di due anni rispetto ai requisiti obbligatori per la pensione di vecchiaia ordinaria. Mentre un meno 2% vale per gli anni ulteriori ai primi due.
Ma oltre a questa esistono altre pensioni anticipate per agevolare specifiche categorie di lavoratori. Pensiamo ad esempio alla pensione usuranti o ad Opzione donna.
Pensione spettante con 25 anni di contributi o con 20 anni di contributi: alcune precisazioni
L’obiettivo della pensione con 25 anni di contributi è possibile ed anzi possiamo fare una stima di quella che sarà la pensione futura. Ovvero quanto è possibile prendere con 25 di contributi regolarmente versati? Ebbene tenuto conto del fatto che in genere l’ammontare del trattamento della pensione è corrispondente al 2% della retribuzione pensionabile per ciascun anno di contributi, con 25 anni di contributi regolarmente pagati all’istituto di previdenza, l’assegno pensionistico sarà uguale a circa il 50% della retribuzione.
Chiaro che non si tratta di un ammontare che potrà soddisfare i più, a riprova del fatto che il sistema pensionistico non ha più quella componente ‘garantistica’ in fatto di prestazioni previdenziali, che ebbe in passato all’epoca del sistema retributivo.
Anche coloro che hanno invece maturato 5 anni in meno di contributi potranno accedere alla pensione, quella di vecchiaia. Gli interessati debbono però aver già compiuto 67 anni di età anagrafica. Non solo. Prevista anche la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni di età, se ve ne sono i presupposti.
Ma non è finita qui perché con 20 anni di contributi possono andare in pensione in via anticipata i dipendenti privati con handicap all’80% e coloro che sfruttano la RITA, ovvero la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che rappresenta una nuova forma di prestazione richiedibile alla propria forma di previdenza complementare.
Pensione con 35 anni di contributi: come fare?
Per molti lo ‘scoglio’ psicologico per accedere alla pensione sono i 40 di contributi, ma come abbiamo visto non è sempre necessario averli. Anzi è lecito domandarsi quando si può andare in pensione con 35 anni di contributi regolarmente versati. Ebbene, non bisogna dimenticare che vi sono strumenti ad hoc che prevedono questo numero di anni di contributi.
Ci riferiamo ad Opzione donna (58-59 anni), alla pensione anticipata usuranti (61-62 anni e 7 mesi) e all’Ape Sociale, per cui in realtà ne bastano 30, tranne il caso in cui non si sia addetti ai lavori gravosi, perché in quest’ultimo caso ne occorrono 36 (63 anni).
A questo punto, ci si potrebbe però chiedere che cosa si deve intendere esattamente con 35 anni di contributi. La risposta è logica e fa riferimento al concetto di anzianità contributiva, al quale è di solito calcolata sotto forma di settimane contributive.
In termini pratici un anno di contributi corrisponde a 52 settimane contributive. Perciò al fine di maturare 35 anni di contributi, è opportuno pagare all’istituto di previdenza 1.820 settimane contributive presso l’ente. Ritornando brevemente al caso di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo, compiendo un calcolo simile a quello appena esposto, 20 anni di contributi corrispondono a 1040 settimane contributive.