Chi sono i lavoratori che potranno andare in pensione nel 2023 indipendentemente dalle decisioni che prenderà il nuovo Governo?
Tra dubbi e certezze, scopriamo quali cittadini hanno la certezza di uscire dal mondo del lavoro nel nuovo anno.
La confusione dilaga tra i lavoratori prossimi alla pensione. Quale scivolo si potrà usare nel 2023? Il Governo attuerà cambiamenti rilevanti? Conviene attendere o approfittare delle uscite anticipate possibili fino alla fine del 2022? Le nozioni da apprendere sono tante e le misure da valutare non sono poche nonostante alcune spariranno a breve. Il sistema pensionistico italiano prevede, infatti, molteplici possibilità di pensionamento che si rivolgono a categorie differenti e con requisiti anagrafici e contributivi diversi. Può non essere semplice, così, riuscire a trovare la soluzione più adatta al proprio profilo e alla proprie esigenze. Il nostro compito oggi è di fornire un quadro completo sulle possibilità da valutare.
In pensione nel 2023 oppure ora? Le possibilità
Fino al 31 dicembre 2022 rimarrà attiva Quota 102, la misura che consente il pensionamento a 64 anni di età con 38 anni di contributi. La scadenza di fine anno non significa che nel 2023 non si potrà andare in pensione con questo scivolo. Vige, infatti, la cristallizzazione del diritto. Significa che maturando i requisiti entro il 31 dicembre si potrà uscire dal mondo del lavoro con Quota 102 anche il prossimo anno o i successivi ancora.
Al compimento dei 67 anni, invece, i lavoratori potranno accedere alla pensione di vecchiaia a condizione di aver maturato almeno 20 anni di contributi. Tale misura è attiva ora e lo sarà nel 2023 dato che la scadenza naturale è fissata al 2024. Un’altra opzione è il pensionamento anticipato ordinario con 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni di 10 mesi per le donne.
Quali altre misure non cambieranno
Nel 2023 sarà possibile per i lavoratori precoci andare in pensione anticipata senza tagli sull’assegno pensionistico. Parliamo di coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età e vantano almeno 12 mesi di contribuzione prima dei 19 anni. Altra condizione l’aver raggiunto 41 anni totali di contributi.
Rimarrà l’opportunità per chi raggiunge i 71 anni di richiedere la pensione anche con soli 5 anni di contributi e per gli invalidi con percentuale superiore all’80% di uscire con la pensione anticipata. Nel 2023, poi, i lavoratori di 64 anni con 20 di contributi potranno lasciare il lavoro grazie alla Legge 335 del 1995 mentre chi svolge lavori usuranti avrà ancora la possibilità di andare in pensione con Quota 97,6 che somma età e contributi.
Non c’è, invece, certezza di proroga per Opzione Donna e l’APE Sociale. Bisognerà attendere le decisioni del nuovo Governo che, si spera, dovrebbero arrivare a breve.