Affitto e reddito di cittadinanza: cosa succede quando si cambia contratto? Molti non lo sanno

La casa di abitazione è una condizione che i percettori di reddito di cittadinanza devono soddisfare oppure si rischia di perdere l’assegno. Ecco perché.

Dal 2019 alcuni cittadini italiani percepiscono il reddito di cittadinanza. Si tratta di una misura che aiuta le famiglie e i singoli a contrastare la povertà.

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Ma nello stesso tempo il reddito di cittadinanza è anche una misura di politica attiva sul lavoro. Ciò significa che, oltre a servire come sussidio di mantenimento economico, la misura prevede percorsi di riqualificazione professionale per i beneficiari che possono ancora lavorare.

Casa in affitto e reddito di cittadinanza: cosa succede quando si cambia contratto? Molti non lo sanno

Ma cosa c’entra la casa di abitazione con il reddito di cittadinanza? Il sussidio potrà essere erogato solo se sussistono requisiti e condizioni. L’ISEE, la composizione della famiglia e la casa di abitazione sono condizioni imprescindibili.

In pratica, il beneficio è composto da un’integrazione al reddito e da un sostegno economico. Questo potrà essere utilizzato per contribuire alle spese di affitto fino a 3.360 euro annui o di mutuo fino a 1.800 euro l’anno.

Ricordiamo che l’integrazione al reddito si alza in base alla composizione della famiglia, mentre il contributo di affitto e mutuo restano invariati.

Ad esempio una persona che abita da sola prenderà fino a 780 euro al mese di reddito di cittadinanza, così suddiviso:

  • fino a 500 euro come integrazione al reddito;
  • 280 euro per contributo affitto (150 euro in caso di mutuo).

780 euro è la soglia della povertà stabilita dall’ISTAT e per percepire questa cifra servono due condizioni: un reddito ISEE pari a zero e la casa abitativa.

Questa ultima, se casa in affitto deve avere il contratto registrato all’Agenzia delle Entrate. Il canone di locazione dovrà essere inserito all’interno dell’ISEE. Poi l’INPS paga il reddito di cittadinanza con entrambe le condizioni.

In caso di variazione dei dati del reddito e del patrimonio oppure della composizione del nucleo familiare il sussidio deve variare. Se a beneficio del precettore, per le variazioni occorre presentare il modello RDC-COM. In caso di perdita del reddito, bisognerà correggere l’ISEE e poi in automatico l’INPS correggerà gli importi.

Cosa fare in caso di cambio contratto locazione

Se una persona passa da un contratto di affitto a un contratto a comodato d’uso gratuito anche in questo caso si devono comunicare le variazioni. Infatti, quest’ultimo tipo di contratto non necessita di registrazione e la quota di reddito di cittadinanza inerente all’affitto viene meno.

Ipotizziamo che la variazione di affitto è causata da un cambio di residenza, la persona dovrà rifare l’ISEE perché sono cambiati i requisiti patrimoniali e di reddito. Poi, deve inserire nel modello il nuovo indirizzo, eliminare la spunta sulla casella “casa in affitto” e presentarlo all’INPS.

A questo punto sarà proprio l’ente di previdenza a erogare al beneficiario il nuovo assegno con l’importo spettante. Ma si tratta di ipotesi perché potrebbe darsi che l’INPS decida di far decadere il beneficio a chi effettua una variazione del genere.

Se ciò dovesse avvenire non resta altro che ripresentare nuovamente la domanda per il reddito di cittadinanza (ma come se fosse la prima volta) con tutte le nuove informazioni.

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