Con l’abolizione del referente unico, è stata rivoluzionata la disciplina dei permessi previsti dalla Legge 104. Ecco quali sono le novità più rilevanti.
La Legge 104 attribuisce ai caregivers la facoltà di usufruire di permessi dal lavoro, per assistere un familiare affetto da handicap grave.
Ma chi può richiedere tali benefici? Solo un parente o anche altri membri della famiglia? È bene specificare che, in seguito all’ultima riforma, il diritto ad ottenere i permessi 104 spetta a tutti i parenti di primo grado (figlio, figlia, marito, moglie) e ai conviventi del disabile che lo accudiscono quotidianamente.
Inoltre, dal mese di agosto, il caregiver non ha più l’obbligo di presentare il certificato che attesta la sua impossibilità di assistere il malato, ma è sufficiente che questa situazione si verifichi nel nucleo familiare.
Analizziamo attentamente la disciplina normativa e vediamo, quindi, quali sono i cambiamenti più rilevanti.
Per tutte le informazioni relative alla Riforma, consulta il seguente articolo: “Novità permessi legge 104 per assistere il familiare disabile: cambia tutto“.
Permessi Legge 104: a quali soggetti sono destinati?
Ai sensi della Legge 104 del 1992, i lavoratori dipendenti hanno il diritto di richiedere un congedo per prestare assistenza ad un familiare disabile grave. La domanda può essere presentata da:
- il coniuge, la parte dell’unione civile o il partner di fatto della persona disabile;
- i parenti e i coniugi degli affini entro il secondo grado;
- i parenti di terzo grado, se il genitore o il coniuge del disabile ha più di 65 anni, è disabile, deceduto o disperso.
Prima della recente Riforma, la facoltà di fruire dei permessi retribuiti dal lavoro per questioni di assistenza e cura era stabilita solo per un unico lavoratore. In pratica, solo un familiare, il cd. referente unico, poteva beneficiare del congedo. L’unica eccezione si aveva nel caso dei genitori di un figlio gravemente disabile.
A partire dal 13 agosto 2022, invece, la disciplina relativa alla fruizione dei permessi 104 è stata modificata. Ora, infatti, più di un dipendente può presentare istanza per il riconoscimento dei benefici connessi alla disabilità, per lo stesso soggetto malato. Si tratta di una vera e propria rivoluzione, che consente anche a più familiari di alternarsi per assicurare le dovute cure ad una persona cara.
Bisogna, però, continuare a rispettare il limite tassativo dei 3 giorni mensili.
Assistenza saltuaria: è consentita dalla normativa?
La Legge 104 ammette anche la cd. assistenza saltuaria. Essa si sostanzia nella condivisione dell’assistenza alla persona disabile da parte del dipendente e di un altro individuo, ad esempio il figlio o il genitore. Quest’ultimo, dunque, viene detto “caregiver sostitutivo”.
Entrambi possono godere dei permessi della Legge 104, ma in forma ridotta; spetta, infatti, un unico giorno di permesso al mese (anziché 3 giorni) per ogni 10 giorni di assistenza continuativa.
Per usufruire di questo vantaggio, inoltre, il sostituto deve inoltrare all’INPS e al datore di lavoro una specifica richiesta scritta, contenente una dichiarazione di responsabilità e le seguenti informazioni:
- le ragioni per le quali deve sostituire l’unico caregiver della persona disabile;
- il periodo (o i periodi) in cui deve sostituire l’assistente unico;
- il legame di parentela con il disabile;
- il tipo di assistenza che deve prestare.
Permessi cumulativi: in cosa consistono?
Nell’ipotesi in cui un lavoratore con handicap grave utilizzi i permessi della Legge 104, è possibile inviare richiesta anche per assistere un altro parente con handicap grave.
In base ad una Circolare dell’INPS, infatti, il dipendente “può cumulare il godimento dei 3 giorni di permesso mensile per assistere il proprio familiare con handicap grave senza dover acquisire un parere medico- legale sulla propria capacità di far fronte alle esigenze di cura del familiare disabile”.
Anche i lavoratori affetti da disabilità grave, dunque, possono accudire i propri cari, anche se essi stessi sono bisognosi di assistenza. È solo questo, però, l’unico caso in cui i permessi Legge 104 si possono cumulare.
Non perdere il seguente articolo: “Permessi per malattia e Legge 104, c’è compatibilità? Sciogliamo i dubbi dei lavoratori“.
Permessi Legge 104: cosa accade se il beneficiario si ammala?
Se un dipendente caregiver di un familiare disabile si ammala a sua volta, ha, in ogni caso, il diritto di richiedere i 3 giorni di permesso retribuito.
Il permesso, inoltre, può essere utilizzato consecutivamente o cumulativamente e non c’è necessità di rientrare al lavoro tra l’eventuale congedo per malattia e quello previsto dalla Legge 104. Si tratta di una regola che trova applicazione a prescindere dalla natura della malattia.
I lavoratori dipendenti che prestano assistenza a familiari disabili, dunque, non rischiano di subire penalizzazioni qualora abbiano la necessità di assentarsi dal lavoro per preservare la propria salute.