Il Governo starebbe pensando ad un nuovo strumento per smettere di lavorare prima del raggiungimento dei 67 anni di età: Quota 103. Di cosa si tratta?
In arrivo una nuova misura di pensione anticipata? Dopo Quota 100 (per tre anni) e Quota 102 (per un anno), si parla di Quota 103.
L’obiettivo del nuovo Governo potrebbe essere quello di approvare la tanto attesa Riforma delle Pensioni ed introdurre nuovi strumenti di flessibilità in uscita, che consentano ai lavoratori di andare in pensione in anticipo.
Questo significa ulteriori novità in tema pensionamento. Dopo il susseguirsi, negli ultimi anni, delle varie Quote, grazie alle quali si poteva smettere di lavorare in base all’anzianità anagrafica e contributiva, adesso bisogna capire i provvedimenti del nuovo Esecutivo. Si cercherà di anticipare la pensione o di ritardarla il più possibile? Procediamo con ordine e facciamo il punto della situazione.
Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Pensione anticipata: a dicembre addio a Quota 102, cosa succederà nel 2023?”
Quota 103: sarà attiva già dal 2023?
Quota 100 ha consentito ai lavoratori nati tra il 1957 ed il 1959 di andare in pensione in anticipo, senza attendere il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia; prevedeva, infatti, il possesso di almeno 38 anni di contribuzione e di 62 anni di età. Tale misura, però, è rimasta attiva fino allo scorso 31 dicembre.
Quota 102, invece, ha accresciuto l’età pensionistica. Il requisito anagrafico, infatti, si è innalzato a 64 anni (è rimasto invariato il presupposto contributivo dei 38 anni). Con la fine del 2022, tuttavia, tale strumento non verrà rinnovato e, dunque, si attende un nuovo cambiamento per il 2023. Le prime indiscrezioni parlano di Quota 103, ma bisognerà attendere i prossimi mesi per conoscere informazioni più dettagliate al riguardo.
In realtà, i veri penalizzati da tale sistema di flessibilità in uscita sono stati i lavoratori nati nel 1960, che non hanno potuto usufruire di Quota 100; la legge, infatti, ordinava il compimento dei 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021. La situazione, purtroppo, non è cambiata neanche con Quota 102, perché avrebbero dovuto raggiungere i 64 anni di età entro la fine del 2022.
Non perdere il seguente articolo: “Riforma Pensioni: i cittadini temono per la flessibilità in uscita“.
Le alternative per i nati nel 1960
Anche Quota 103 negherebbe ai nati nel 1960 di accedere alla pensione anticipata. Nonostante si parli di Quota 103 flessibile, infatti, ci sarà bisogno sempre di almeno 64 anni di età. In base al nuovo sistema, quindi, potrebbero smettere di lavorare solo coloro che matureranno 39 anni di contributi e 64 anni di anzianità anagrafica.
In alternativa, potrebbero essere sufficienti 38 anni di contribuzione; in tal caso, però, l’età salirebbe a 65 anni. In altre parole, i lavoratori nati nel 1960 (o successivamente) rischiano di rimanere svantaggiati ancora per lungo tempo e di subire le penalizzazioni dello scalone che, in realtà, si voleva abolire.
Quota 103: è la soluzione giusta?
Per chi, attualmente, ha 62 anni, la situazione non è per nulla confortante. Ad esempio, per chi è nato il 1° gennaio del 1960. Per un solo giorno, dunque, non ha potuto accedere ai benefici di Quota 102 ed andare in pensione nel 2021. Al momento, tali lavoratori possono solo attendere il compimento dei 67 anni dei età, nel 2027.
Sperando che non intervengano successive modifiche legislative ad innalzare l’età pensionabile. Fino al 2026, infatti, l’adeguamento alle aspettative di vita è bloccato, ma dopo potrebbero esserci cambiamenti, con conseguenze disastrose sui requisiti per l’uscita dal lavoro. La nuova Quota 103, quindi, potrebbe essere del tutto inefficace per molti cittadini.