Sì alla doppia esenzione IMU, ma a specifiche condizioni. Lo ha stabilito la Consulta con una sentenza molto importante per i contribuenti. Ma ha anche aperto la strada a tanti possibili istanze di rimborso IMU.
Le sentenze della Corte Costituzionale hanno una grande importanza per il rilievo degli argomenti affrontati di volta in volta.
Come nel caso del freschissimo provvedimento che fa il punto sul caso dell‘esenzione IMU per i coniugi che vivono in residenze diverse, e pur nello stesso Comune.
Ebbene, andando oltre alcuni contrasti giurisprudenziali che, a questo punto possono dirsi risolti, la Corte ha in sostanza affermato che marito e moglie possono avere due prime case e non versare entrambi l’IMU. Proprio così: una doppia esenzione IMU, a condizione di dimorare però in luoghi diversi.
Non solo. Il provvedimento della Corte ha rilievo dà spazio a tanti possibili istanze di rimborso IMU da parte dei contribuenti. Chiaro insomma che si tratta di temi di indubbio interesse per tutti coloro che sono tenuti a pagare le tasse. Approfondiamo allora questi argomenti nel corso di questo articolo.
Doppia esenzione IMU: la sentenza della Corte fa piena luce
Il caso concreto non è così diffuso ma può verificarsi. Ci riferiamo alla situazione in cui marito e moglie hanno una casa di proprietà a testa e, per evitare la doppia tassazione IMU, intendono far risultare ogni immobile come “prima casa”, in modo da evitare la tassazione citata.
Ebbene l’operazione in oggetto non costituisce a ben vedere alcuna violazione di legge. Lo ha chiarito la Corte Costituzionale che ne ha affermato infatti la possibilità, a patto che moglie e marito vivano in residenze separate in modo continuativo, ovvero questi luoghi siano per loro dimora abituale. E’ il caso ad esempio dei coniugi che vivano in case separate per ragioni di lavoro.
Ricordiamo che la legge dispone l’esenzione dal pagamento IMU per l’abitazione principale e con questi ultimi termini si intende la casa che, nello stesso tempo, è luogo di residenza del contribuente, ma anche luogo di dimora abituale del contribuente stesso.
Di fatto la sentenza della Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge e afferma l’irrilevanza del requisito del ‘nucleo familiare’ per poter sfruttare la doppia esenzione IMU.
Il caso dei coniugi con una casa di proprietà a testa ma che vivono assieme: c’è esenzione IMU?
Attenzione però a non confondere: in una coppia in cui ambo i coniugi hanno casa di proprietà e vivono entrambi in una di queste, l’esenzione IMU varrà comunque una sola volta. Il motivo è che per una delle due abitazioni mancherebbe il requisito della dimora abituale, che – come abbiamo visto – è fondamentale per la doppia esenzione.
Ovviamente la coppia potrà liberamente indicare al Comune su quale delle due abitazioni intende ottenere l’agevolazione IMU, pagando invece l’IMU sull’altro immobile.
Tornando invece all’effettiva sussistenza del diritto alla doppia esenzione IMU, sarà compito del Comune vigilare sul rispetto delle regole per impedire che vi siano comportamenti elusivi da parte dei coniugi. E’ il caso tipico della coppia che, pur vivendo nella stessa casa, dichiari due residenze e dimore distinte, ognuna in un diverso immobile, in modo da sfruttare la doppia esenzione IMU. Per verificare la regolare condotta dei coniugi, il Comune potrà ad es. venire a conoscenza dei dati dei consumi delle utenze, con una collaborazione con le società fornitrici.
La possibilità di chiedere il rimborso IMU
Nel corso di questo articolo abbiamo spiegato che il recente provvedimento della Corte Costituzionale gioca a favore dei contribuenti, coniugi residenti stabilmente in abitazioni diverse, ed anche nello stesso Comune. Infatti essi potranno contare sulla doppia esenzione IMU.
Tuttavia vi è un ulteriore lato positivo che, a ben vedere, emerge dalla citata recente sentenza della Consulta. Infatti sulla scorta della indubbia rilevanza giuridica di questo provvedimento, potranno aversi non poche istanze di rimborso IMU da parte dei contribuenti. Tuttavia restano salve le situazioni che siano ormai stabilizzate per decorrenza dei termini di decadenza o per il passaggio in giudicato della sentenza.
In particolare, i contribuenti che abbiano pagato l’IMU sulla casa di residenza del marito o della moglie, pur situata nello stesso Comune, potranno comunque domandare ed ottenere il rimborso di quanto versato in questi anni.
Lo ribadiamo: la sentenza della Corte apre alla doppia esenzione, ritenendo irrilevante il concetto di ‘nucleo familiare’, per dare invece importanza all’effettiva residenza e dimora abituale dei coniugi in abitazioni differenti. In condizioni come queste scatta dunque l’esenzione IMU su quella che sulla carta potrebbe essere seconda casa, se è in verità la residenza fissa di uno dei coniugi.
Possibilità di vedere accolta l’istanza di rimborso anche per chi in questi anni, sulla scorta di di residenze distinte in Comuni diversi, abbia scelto di pagare l’imposta per ambo le unità immobiliari, in quanto non rileva il requisito della dell’unitarietà della dimora del nucleo familiare. Ecco perché possiamo concludere che la svolta della Corte Costituzionale non può che rappresentare una sorta di ‘rivincita’ per coloro che ritenevano di non dover pagare l’imposta in oggetto, e precauzionalmente l’hanno comunque fatto.