Per abbassare la Glicemia, lo sappiamo, esistono diversi modi. Ma forse non tutti sanno che esistono dei “trucchetti”.
In caso di valori alti di zuccheri nel sangue è opportuno concordare col medico la terapia più idonea. Ma possiamo anche sfruttare alcune proprietà dei cibi per tutelare la nostra salute.
L’Iperglicemia è una condizione che può portare allo sviluppo di numerose malattie, Diabete in primis. Ovviamente per classificare un soggetto come iperglicemico sono necessarie determinate statistiche. Anche senza avere un grande problema di salute, però, possiamo tutti incorrere in picchi di zuccheri nel sangue. Che alla lunga non fanno certo bene alla salute.
Se volessimo controllare i nostri livelli di glicemia dovremmo fare delle analisi del sangue apposite. In linea generale sappiamo che questi non dovrebbero superare valori tra i 70 e i 100 milligrammi/decilitro dopo 8 ore di digiuno.
Si parla di diagnosi di diabete, invece, quando vengono rilevati valori superiori a 126 mg/dl per più volte consecutive. Valori invece tra i 100-125 mg/dl stanno ad indicare una condizione di pre-diabete, a cui è necessario quindi prestare attenzione.
Ovviamente in caso di qualsiasi dubbio dobbiamo parlare col nostro medico curante. Ma, in assenza di sintomi o di controindicazioni, possiamo sfruttare qualche “trucco” per mantenere in equilibrio – se non addirittura abbassare – la nostra glicemia. Semplicemente mangiando determinati cibi piuttosto che altri. O mangiandoli in un modo diverso.
Sushi per abbassare la Glicemia e non solo: ecco i trucchi che nessuno conosce ma che migliorano la salute
Adottare una dieta sana e varia, lo sappiamo, ci protegge dalla glicemia alta e da tantissime altre malattie. Il concetto di dieta è comunque sempre troppo ampio, e per comprenderlo completamente dovremmo rispolverare tutti gli studi effettuati nei decenni. Non dobbiamo però studiare così tanto. Anche perché ormai alcune indicazioni sono chiare e assodate.
In aggiunta ai principi generali, divulghiamo alcuni suggerimenti offerti dagli esperti così che potremo adottarli insieme alle altre buone abitudini alimentari. Il Risultato? In questo caso un maggior equilibrio nei picchi glicemici.
Ad esempio, forse non tutti sanno che è meglio mangiare i Ceci cotti e interi, invece che sotto forma di Hummus. Lo stesso vale per le patate e il Purè. Infatti l’amido ridotto a piccole particelle assorbe più acqua in cottura e diventa più assimilabile. Ma al tempo stesso fa alzare la glicemia.
Le Cipolle, invece, andrebbero mangiate crude. Magari all’interno di una bella insalata verde. Senza cottura le cipolle conservano la glucochinina, un potente ipoglicemizzante.
Per gli appassionati di Pasta “al dente” abbiamo una buona notizia: l’indice glicemico aumenta con l’aumentare dei minuti di cottura. Inoltre sembra che gli spaghetti rispetto alla pasta corta abbiano un indice glicemico più basso. E se proprio vogliamo mangiare pasta con un indice glicemico notevolmente inferiore, dobbiamo preferire quella fresca all’uovo a quella di semola.
Per quanto riguarda il Riso, invece, sappiamo che quello classico bianco ha un indice glicemico davvero alto. Meglio sostituirlo con quello integrale dunque. E ancora meglio farlo raffreddare e poi prepararci delle squisite insalate.
Se poi vogliamo concederci uno sfizio goloso, possiamo andare tranquillamente a mangiare il Sushi. Secondo gli esperti l’abbinamento di riso freddo con le alghe e il pesce non alza la glicemia. Attenzione però alla Salsa di Soia, notoriamente ricca di zuccheri.
Lo stesso vale anche per le Patate lessate. Mangiate il giorno dopo, fredde di frigorifero, condite con olio e aceto offrono un indice glicemico più basso.
Infine, aggiungiamo la Cannella alle nostre pietanze e otterremo l’abbassamento della glicemia. Questa spezia è nota, tra le altre cose, proprio per questa capacità . Possiamo usarla sulla macedonia, nello yogurt o nella ricotta. E creare degli sfiziosi e sani spuntini.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)