Un’assenza continuativa di un mese dal posto di lavoro è possibile con la Legge 104? Scopriamo quale combinazione permetterà di assistere un familiare con disabilità grave.
I lavoratori si chiedono se cumulando permessi retribuiti è possibile riuscire ad assentarsi da lavoro per un mese in modo tale da assistere il familiare malato.
I caregiver hanno un doppio compito, lavorare per lo stipendio e “lavorare” per prendersi cura del familiare assistito invalido grave. Spesso chi assiste una persona malata mette da parte la vita personale perché chi ha una disabilità può non essere in grado di svolgere alcun compito autonomamente. Riuscire a conciliare il lavoro con la cura dell’invalido può comportare, dunque, un’immensa fatica che può diminuire solo condividendo il ruolo di caregiver con un’altra persona. Ora la Legge permette a componenti dello stesso nucleo familiare di alternarsi nella cura del disabile. Poi ci sono i badanti che possono essere assunti per l’assistenza mentre si è al lavoro ottenendo, così, un aiuto importante. Può capitare, però, che il caregiver si ritrovi completamente solo senza possibilità di delegare. In questo caso potrebbe assentarsi da lavoro per un mese, ad esempio, cumulando permessi?
Assenza dal posto di lavoro per un mese, quando è possibile
L’assenza dal posto di lavoro per un mese non è possibile ottenerlo cumulando permessi retribuiti. L’unico modo per assentarsi per un lungo periodo senza rischiare di perdere l’occupazione è richiedere il congedo straordinario. Tale trattamento consente al dipendente di non recarsi al lavoro per un periodo massimo di due anni ottenendo ugualmente la retribuzione.
Il periodo potrà essere utilizzato in un’unica volta oppure in maniera frazionata. Ciò significa che il caregiver può chiedere un mese di congedo straordinario per prendersi cura del familiare disabile nel mese di dicembre 2022, poi, due mesi tra maggio e giugno 2023 e altri 3 mesi tra settembre/ottobre 2023 e così via. L’importo che si riceverà durante l’assenza dal posto di lavoro sarà pari all’ultima retribuzione percepita prima di iniziare il congedo.
Chi può richiedere il congedo straordinario
Nella richiesta occorre rispettare un ordine di priorità nella fruizione. I primi ad averne diritto sono i coniugi conviventi o parte civile convivente oppure convivente di fatto con la persona invalida. Poi subentrano i genitori (anche affidatari e adottivi) in caso di assenza del coniuge. Seguono i figli conviventi, fratelli e sorelle e infine i parenti fino al al terzo grado a condizione che siano conviventi con il familiare disabile.
Sono esclusi dalla possibilità di fruizione del congedo straordinario i lavoratori domestici, a domicilio, agricoli giornalieri, i lavoratori autonomi, i parasubordinati e i lavoratori part time verticale durante la pausa di sospensione contrattuale non retribuita. Allo stesso modo, il congedo non è richiedibile se il familiare disabile risulta ricoverato presso una struttura di assistenza ospedaliera pubblica o privata a tempo pieno.
Come inoltrare richiesta
La domanda dovrà essere inoltrata, al pari dei permessi, all’INPS accedendo al portale e seguendo la procedura telematica. Serviranno le credenziali digitali quali SPID, CIE e CNS. In alternativa si potrà chiamare il Contact center oppure rivolgersi ai Caf e patronati.