I fondi pensione rappresentano uno strumento di risparmio aggiuntivo con la finalità di integrare l’assegno pensionistico.
Per gli strumenti di risparmio non è un bel momento e neanche per i fondi pensione a causa del rialzo del tasso di interesse delle banche centrali per “spegnere” l’inflazione.
Infatti, oltre 300 fondi aperti attraversano un momento di crisi perché hanno perso circa l’11,2% del valore a causa dell’instabilità dei mercati. Una crisi che dura da alcuni mesi e ne fanno le spese soprattutto coloro che hanno investito denaro nei fondi pensione 8 anni fa perché si ritrovano all’incirca la stessa somma versata.
Per i fondi pensione è un periodo da dimenticare: forse conviene puntare sul TFR?
Anche i rendimenti alla scadenza risentiranno di questa crisi e di conseguenza aumenteranno o diminuiranno in base alla variazione del mercato finanziario. Insomma, il capitale finale potrebbe non essere quello che si aspettava il risparmiatore quando ha iniziato a versare le somme nel fondo pensione.
In realtà, chi li gestisce afferma che i rendimenti andrebbero valutati a lungo termine e non a breve questo perché solo dopo 30 o 35 anni di accumulo si ammortizzano le perdite di capitale.
Un Lettore ci chiede se vista la situazione di “crisi” dei fondi pensione non è meglio accantonare il TFR (Trattamento di fine rapporto) in azienda. Effettivamente, attualmente sembra che i TFR siano più convenienti del fondo pensione garantendo un investimento più che sicuro. In effetti, secondo alcuni analisti, il TFR accantonato in azienda a causa dell’inflazione ha subito una rivalutazione.
Secondo la normativa, il TFR accantonato in azienda è rivalutato a un tasso formato dall’1,5% (quota fissa annua) e dal 75%. Questa percentuale rappresenta l’aumento dell’indice dei prezzi ISTAT FOI. Quindi, con l’inflazione così alta la rivalutazione del TFR si è alzato del 5,2%, con una percentuale al netto delle imposte del 17%; contro il 20% dei fondi pensione.