Torna di a far parlare di sé nel nostro Paese la delicata questione del glifosato. Nella recente votazione l’Italia ha cambiato parere, schierandosi in favore di un rinvio.
Le associazioni non hanno tardato a far sentire il loro dissenso. Il governo dovrebbe palesare le sue reali intenzioni. Analizziamo i perché della vicenda.
Nel 2017 l’Esecutivo votò contro la proroga dell’uso del glifosato, mentre quello uscente a Bruxelles ha espresso il voto favorevole al rinnovo. Anche se la tornata decisiva ha declinato l’iniziativa delle autorità europee competenti.
La questione del glifosato, proroga bocciata
Il rinnovo transitorio di 365 giorni all’utilizzo del glifosato richiesto dalle istituzioni europee competenti ai fini di vagliare più attentamente i report sulla nocività e cancerogenicità di questo celebre erbicida è stato respinto nel corso della giornata del trascorso venerdì nel meeting organizzato dallo ScoPaff, il Comitato permanente su piante, animali, cibo e mangimi della Commissione europea.
Sebbene la disapprovazione ufficializzata in conclusione di seduta, i rappresentanti del nostro Paese si sono espressi a favore. Una scelta che difficilmente troverebbe ragioni considerando come l’esecutivo di Roma solamente nel 2017 (al tempo ministro dell’Agricoltura era Maurizio Martina, attuale vice direttore generale della FAO) obiettò di fronte la potenziale rinnovata licenza d’uso quinquennale che procedette grazie ai voti risolutivi della Germania.
La concessione per l’utilizzo dell’indiziato erbicida terminerà il prossimo 15 dicembre e l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, ha invocato ulteriori tempistiche per tracciare un’opinione sulla proroga del medesimo.
Ragion per cui Bruxelles ha presentato l’idea di un rinnovo momentaneo, dalla durata annuale, ma la votazione di settimana scorsa dello ScoPaff è avuto esito negativo. A incidere sulla decisione risolutiva (i Paesi hanno un differente peso a seconda del numero della popolazione) il rifiuto al voto di francesi, tedeschi e sloveni. Si sono opposti alla proposta Croazia, Lussemburgo e Malta. Favorevoli gli altri Paesi, tra i quali figura anche, come anticipato, l’Italia.
Coalizione #CambiamoAgricoltura vs multinazionale Bayer
Bayer, la multinazionale leader nella produzione del glifosato, in seguito all’acquisizione della Monsanto, in un comunicato rende noto della sua fiducia sulla possibile proroga all’utilizzo dell’erbicida in questione.
Sul fronte opposto ecco la Ong Pan-Europe, Pesticide action network, la richiesta è quella di non rinnovare la concessione all’uso del glifosato sino alla conclusione del prossimo anno, dando respiro alla salute dell’ambiente e delle persone.
Ad alzare i toni vi sono anche le organizzazioni associative della Coalizione #CambiamoAgricoltura (tra nei cui ranghi si conta la presenza di: Wwf Italia, Legambiente, Ciwf Italia Onlus, FederBio, Isde-Medici per l’ambiente) che in una circolare ha incitato a non estendere permessi all’utilizzo del glifosato almeno per un altro anno.
Esisterebbero arrivati a questo punto attinenze lampanti, avvalorate da innumerevoli dossier e report scientifici, a conferma e testimonianza del pericolo e azzardo insopportabile dell’odierno avvalersi di glifosato per la salute dell’uomo e della natura.
E dall’Esecutivo entrante non si può che pretendere chiarezza, con il nuovo voto ci si giocherà tutto, reputazione, ma soprattutto salute:
Ci chiediamo dunque quale sarà la posizione Italiana. Il voto sul rinnovo del glifosato sarà l’indicatore della reale volontà del nuovo Governo di garantire la tutela della salute dei cittadini prima degli interessi privati delle potenti lobby dell’agrochimica.