Cosa accade a coloro che smettono di lavorare poco prima del raggiungimento dei requisiti per accedere alla pensione anticipata?
L’attuale sistema previdenziale stabilisce che la pensione anticipata ordinaria si ottiene alla maturazione di 42 anni e 10 mesi (per gli uomini) o 41 anni e 10 mesi (per le donne).
Può, tuttavia, accadere di perdere il posto di lavoro poco prima del raggiungimento di tali requisiti. Cosa succede in questo caso? Certo, trovare un impiego se si è in avanti con gli anni è tutt’altro che facile; i datori di lavoro, infatti, tendono ad assumere perlopiù giovani.
L’unica soluzione è davvero attendere il compimento dell’età pensionabile, ossia 67 anni? Purtroppo molte volte ciò non è possibile, anche perché non è semplice vivere senza un’entrata mensile.
La disciplina normativa, dunque, prevede degli strumenti grazie ai quali anche i disoccupati possono usufruire della pensione anticipata ordinaria. Scopriamo quali sono.
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Pensione anticipata: come maturare i requisiti?
Non tutti sanno che anche il periodo di servizio militare concede la facoltà di accumulare contributi figurativi utili alla pensione, sia al diritto che alla sua misura. Molte volte, tale periodo non è oggetto di riscatto prima della presentazione della richiesta di pensione; in tal caso, dunque, verrà conteggiato tra gli anni contributivi posseduti.
È bene sottolineare che, ovviamente, vanno considerati anche altri fattori, primo fra tutti gli anni che mancano alla maturazione del presupposto contributivo per la pensione anticipata. Se, ad esempio, mancano ancora 5 anni, sarà praticamente improbabile raggiungerla senza riprendere a lavorare.
Infine, se il lavoratore ha smesso di lavorare involontariamente, ha diritto alla NASPI, che è coperta da contribuzione figurativa, valida ai fini del pensionamento.
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Una valida possibilità per i disoccupati: i contributi volontari
Nell’ipotesi in cui i contributi figurativi della NASPI non dovessero essere sufficienti, l’interessato ha a disposizione un’altra strada. Può, infatti, vedere se c’è qualche periodo della sua vita lavorativa da riscattare onerosamente. Per esempio, i contributi omessi con la costituzione di una rendita vitalizia oppure il riscatto di laurea. È vero che si tratta di un’operazione che ha un costo abbastanza elevato, ma potrebbe essere un’ottima alternativa per riavere un reddito immediato.
Se, dunque, al disoccupato mancano ancora dei periodi contributivi per raggiungere i 42 anni e 10 mesi o i 41 anni e 10 mesi della pensione anticipata, può ricorrere ai contributi volontari. A tal fine, bisogna chiedere all’INPS l’autorizzazione al versamento di tali contributi e, poi, provvedere al versamento trimestrale del periodo che manca.
Quest’ultimo metodo potrebbe esigere del tempo maggiore, anche in base agli anni che si devono coprire.  Alla fine, tuttavia, l’assegno pensionistico che si percepisce sarà abbastanza sostanzioso.