L’istanza di rimborso IMU è ammessa, come ribadito dalla Corte Costituzionale in una recente sentenza. La domanda peraltro include anche il riconoscimento degli interessi ma va fatta entro un preciso numero di anni. Ecco cosa ricordare a riguardo.
Interessanti precisazioni sono giunte alcune giorni fa dalla Corte Costituzionale ed hanno avuto oggetto l’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Propria.
Si tratta del tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011, che il contribuente paga in ambito comunale sul possesso dei beni immobiliari. Detta imposta vale dal gennaio 2012, e fino al 2013 è stata valida anche sull’abitazione principale.
Ebbene, alla luce delle precisazioni dei giudici rilevano le esenzioni IMU prima casa, e la collegata possibilità di chiedere i rimborsi: come funziona la procedura? E cosa comporta per l’interessato? Entro quanto tempo va attivata? Si tratta di dettagli nient’affatto di secondaria importanza, e che anzi sono molto utili a chi ha versato l’IMU senza esserne di fatto obbligato. Vediamo da vicino questi temi proprio alla luce dei recenti chiarimenti della Consulta.
Esenzione IMU: la sentenza della Consulta ha chiarito un diritto delle coppie legalmente riconosciute
Grazie alla sentenza n. 209 dello scorso 13 ottobre, la Corte Costituzionale ha fugato i dubbi su alcuni aspetti riguardanti il pagamento dell’IMU e l’esenzione. Tanto che si può parlare di rimborso in caso di assenza di obbligo di versamento dell’imposta in oggetto.
In particolare, la Consulta ha indicato che i coniugi con residenza in abitazioni distinte, anche se localizzate nello stesso Comune, potranno sfruttare l‘esenzione IMU prima casa. E in tempi di aumenti dei costi delle bollette e dei prezzi dei beni di prima necessità, ciò non può che essere una buona notizia per milioni di contribuenti.
Di fatto questo giudice ha riconosciuto come illegittima una norma del 2011 sulla scorta di cui l’esenzione fiscale, in ipotesi di matrimonio o unione civile, poteva essere fatta valere soltanto su una casa. Conseguendone così il l’obbligo di versamento dell’IMU sull’altro e secondo immobile. La Corte Costituzionale ha indicato la illegittimità perché la regola contestata, di fatto, andava a pregiudicare i diritti e le agevolazioni delle coppie legalmente riconosciute rispetto a quelle cosiddette ‘di fatto’.
Esenzione IMU: richiesta di rimborso entro 5 anni
Non solo. Con la citata sentenza della Corte Costituzionale, un altro punto a favore dei contribuenti è rappresentato dall’apertura della strada ai rimborsi IMU, da parte dei coniugi che si sono visti rispondere con un no alla richiesta di doppia esenzione dei Comuni. Nessun dubbio a riguardo: di fatto la sentenza 209/2022, proprio come una legge ed anzi ‘sostituendosi’ ad essa, ha dunque dato la facoltà anche alle coppie sposate o riconosciute tramite unione civile di sfruttare due volte il beneficio. Come già avviene per le coppie non unite in matrimonio o unione civile.
Attenzione però alle tempistiche entro cui fare domanda, perché la richiesta di rimborso IMU non potrà essere fatta senza vincoli temporali. In buona sostanza, coloro che hanno versato fino ad oggi la tassa, che alla luce della Consulta non è dovuta sugli immobili, potranno presentare istanza di rimborso. Ma la domanda deve essere fatta entro 5 anni dalla data da cui è stato svolto il versamento, oppure dalla data in cui è emerso il diritto alla restituzione. Gli interessati possono anche fare riferimento alla magistratura tributaria, qualora sussistano contestazioni e le richieste di rimborso IMU non fossero accolte ma respinte dal Comune.
Esenzione IMU e rimborso: alcune considerazioni pratiche
In sostanza le coppie che hanno residenza dimostrata in due differenti immobili, anche se localizzati nello stesso comune, potranno recuperare l’imposta versata ingiustamente. Occhio però al citato termine per il rimborso pari a 5 anni. La data di riferimento è quella in cui è stato chiarito il diritto alla restituzione delle somme, vale a dire il 13 ottobre – data del provvedimento della Consulta. Ecco perché anche i contribuenti che hanno versato l’IMU dopo i 5 anni dalla data del pagamento hanno diritto al rimborso.
Ma non soltanto. A coloro i quali andrà il rimborso IMU, andrà altresì quello degli interessi maturati ogni giorno sulle somme dovute. Un altro punto a favore dei contribuenti, insomma.
Ovviamente non sono ammesse scuse in caso di superamento dei termini di presentazione della domanda rimborso IMU, perché se così fosse non vi sarebbe comunque alcuna restituzione delle somme al contribuente.
Ricordiamo infine che la nuova regola introdotta dalla Corte Costituzionale ha un effetto retroattivo e, perciò:
- può essere applicata in tutte quelle circostanze in cui vi sia un contenzioso pendente,
- ma non potrà valere laddove l’accertamento dell’ente impositore sia definitivo oppure sia stata pubblicata una sentenza passata in giudicato.
In altre parole, questo vuol dire che in ipotesi di atti definitivi, l’ente locale non sarà tenuto ad adeguarsi all’indirizzo della Consulta e a disporre il rimborso IMU. Conseguentemente il cittadino non potrà impugnare il rifiuto dell’ente per fare domanda di restituzione della somma a suo tempo versata.
Il testo della sentenza della Corte Costituzionale n. 209 del 13 ottobre 2022