Chi sperava in un aumento della pensione di invalidità già nei prossimi mesi, purtroppo, rimarrà deluso. Ecco per quale motivo.
“Dovete aspettare ancora”, queste le parole di Giorgia Meloni su un futuro incremento degli importi della pensione di invalidità.
La maggiorazione di tutti gli assegni pensionistici rientrava nel programma elettorale del centrodestra, ma qualcosa potrebbe andare storto. Al momento, infatti, non ci sarebbero le risorse finanziarie per attuare tale manovra. Ed, inoltre, il nuovo Esecutivo ha in agenda impegni che ritiene più urgenti.
Ma analizziamo attentamente la situazione e cerchiamo di comprendere quali saranno le decisioni relative ai sussidi per i cittadini disabili.
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Aumento pensione di invalidità: dietrofront del Governo
Sono anni, ormai, che si discute di un incremento della pensione di invalidità ma, ogni volta, le esigenze di disabili ed invalidi passano in secondo piano. Dover vivere con un’indennità di circa 290 euro al mese non rientrerebbe tra le priorità del Paese.
La nuova Presidente del Consiglio ha sottolineato che mancano i soldi e che, dunque, bisognerà attendere l’approvazione della Legge di Bilancio. Non rimane, dunque, che confidare nel 2023, sperando che sia l’anno della tanto discussa Riforma delle pensioni e sperando che la coalizione vincitrice delle ultime elezioni politiche rispetti le promesse.
Intanto, il nuovo Esecutivo sta pensando se prorogare le misure pensionistiche che scadranno a dicembre. L’obiettivo dovrebbe essere quello di favorire la flessibilità in uscita, garantendo la fine anticipata della carriera lavorativa ad un elevato numero di contribuenti.
Il rinnovo delle principali misure in scadenza
In particolare, si discute circa la proroga di 3 strumenti di flessibilità in uscita, che scadranno il prossimo 31 dicembre:
- Ape Sociale: permette la pensione anticipata ai lavoratori che hanno compiuto 63 anni di età, raggiunto almeno 30 anni di contributi e che fanno parte delle categorie dei soggetti fragili;
- Quota 102: consente l’accesso alla pensione all’età di 64 anni e con 38 anni di contribuzione;
- Opzione donna: è la misura grazie alla quale le lavoratrici possono smettere di lavorare a 58 anni (se dipendenti) o 59 anni (se autonome) e con un’anzianità contributiva di 35 anni. L’obiettivo del Governo, tuttavia, sarebbe quello di consentire la fruizione della misura ad un gruppo molto più esteso di beneficiarie. Potrebbe, dunque, essere prorogata, per permettere l’accesso anche alle nate nel 1964.
Nessuna dichiarazione, invece, in relazione alla quota flessibile, con pensionamento a 61 anni per tutti ed Opzione Uomo, con congedo a soli 58 anni.
Giorgia Meloni, tuttavia, ha sottolineato che l’aumento della pensione di invalidità ci sarà in futuro e che, dunque, è stata solo posticipata a data da definirsi.
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Pensione di garanzia: che cos’è e a chi spetta?
Tra le riforme imminenti dell’Esecutivo rientra, senza dubbio, quella riguardante l’attuale sistema pensionistico, tramite la cd. pensione di garanzia. È uno strumento che dovrebbe aiutare anche i giovani a ricevere, in futuro, un adeguato assegno previdenziale. Gli interessati sono soprattutto coloro che percepiranno una pensione calcolata col solo sistema contributivo, che rischiano di ottenere cifre davvero basse.
In realtà, di pensione di garanzia si è già parlato più volte in passato, senza, però, giungere ad un accordo concreto. È probabile che, con la Riforma delle pensioni, oltre all’aumento della pensione di invalidità, si renderà strumentale anche questa misura.
Infine, c’è anche un’altra situazione che preoccupa i disabili e gli invalidi: l’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Il nuovo Governo ha annunciato che ci saranno delle novità fondamentali relative a tale sussidio; il centrodestra, d’altronde, si è sempre mostrato contrario al RdC, anche se, almeno per il momento, è prevista solo una sua revisione e non l’eliminazione totale. Aldilà delle polemiche, infatti, per molti nuclei familiari si tratta di un ausilio economico troppo importante.
In ogni caso, per i disabili e gli invalidi, il Reddito di Cittadinanza dovrebbe essere preservato, così come per gli over 65. Continueranno, dunque, ad esserci tutele per le persone senza reddito, per i fragili e per coloro che hanno difficoltà a trovare un impiego. Non resta che aspettare e scoprire quali saranno le prossime mosse del Governo.