Pensioni tra conti, ricette e regole: la soluzione passa per Opzione Uomo e Quota 102

Tante le sfide da affrontare per il neo Governo Meloni, e tra queste le pensioni: ipotesi in campo, Opzione Uomo e Quota 102

Sono giorni di grande attenzione sulla politica, per l’arrivo del neo Governo Meloni e sopratutto per le tante sfide che l’esecutivo dovrà affrontare sin da subito, e tra le priorità ci sono anche le pensioni.

Pensioni
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Tale tema infatti risulta essere di gran rilevanza, e in tal senso le proposte, le ipotesi e le possibili ricette non mancano per salvarle, o quantomeno per limitare i danni.

Proprio le ipotesi infatti circolano, riguarda quello che potrebbe essere il futuro dei contribuenti dal punto di vista previdenziale. Proposte riguardano il tenere Quota 102, da parte di alcuni, mentre altri pensando all’estensione a tutti di Opzione Donna. E in tal senso si sente parlare di Opzione Uomo o Opzione tutti.

In tanti si chiedono qual è quella che potrebbe essere la soluzione migliore per consentire a tutti l’accesso alla pensione. Così come ci si interroga sulle regole, se sia gusto applicare le medesime a tutti oppure fare un distinguo in base a casi e situazioni. Con soluzioni che possano adattarsi ai diversi profili professionali

Per quanto attiene Opzione donna, l’introduzione in via sperimentale risale al 2004 con la riforma Maroni. L’obiettivo si legava all’unificazione dei requisiti per la pensione delle donne a quelli degli uomini. Dal 1992 sino ad oggi, l’età di vecchiaia delle dipendenti (del privato) da cinquanta cinque anni è arrivato a sessantasette.

Si tratta, si legge, di un incremento effettivo, dal momento che in molti dei casi, le donne non hanno potuto fruire del trattamento anticipato come nel caso degli uomini. Una storia, dal punto di vista professionale, che non consente loro il conseguimento dell’anzianità di servizio. Ciò che permettere l’accesso in anticipo.

Pensioni, ipotesi quota 102 e Opzione Donna: alcuni aspetti

Tema caldo dunque quello delle pensioni, anche in ottica Governo Meloni: tra le ipotesi in tal senso, la flessibilità prima dei sessantasette anni.

Nell’approfondimento da parte dei Wall Street Italia, si legge di un quesito riguardo a cosa sia meglio, sul tema pensione, l‘estensione a tutti dell’accesso ad Opzione Donna oppure il prolungamento di Quota 102.

Si legge che una risposta è arrivata dal giuslavorista Giuliano Cazzola, che in una articolo pubblicato sull’Huffington Post, ha proceduto ad analizzare la questione nei dettagli.

Ad oggi, quantomeno il 75,1 per cento delle pensioni anticipate oppure di anzianità vedono l’erogazione agli uomini. Una percentuale che va calando rispetto a quelle di vecchiaia, si arriva al 37,1 per cento.

Non ha destato grande attenzione inizialmente, Opzione Donna, oggetto invece di attenzione nel momento in cui la Riforma Fornero è andata ad accelerare la parificazione dell’età di vecchiaia donne e uomini.

Da allora hanno avuto inizio le proroghe. Coloro che scelsero l’accesso mediante Opzione Donne funero poche. E ciò poiché l’assegno veniva ricalcolato integralmente, e anche dal momento che c’è sempre stato il vincolo dell’anzianità dei contributi.

Qualora si optasse per l’estensione dei medesimi requisiti agli uomini, si legge che verrebbe aperta una strada troppo larga. L’accesso per i lavoratori alla pensione avvedrebbe con grande anticipo, al confronto delle regole attuali. Nel dettaglio, cinquantotto-cinquantanove anni rispetto ai sessantaquattro-sessantatre (ape sociale lavoratori disagiati).

Oggi non avrebbe valore neanche il disincentivo legato al ricalcolo dell’assegno col contributivo, poiché dal 01.01.2012 si applica per tuti il calcolo contributivo pro rata.

Dunque, un discorso è la riconversione di trentacinque anni dal retributivo al contributivo, diverso invece limitarsi alla riconversione di venticinque anni (i dieci fanno già parte del contributivo) o meno via via che si prosegue.

Pensione, quale potrebbe essere la miglior soluzione?

Rispetto a quella che potrebbe rappresentare la migliore tra le soluzioni, si legge che andare sul prolungamento di Quota 102 sarebbe meglio rispetto all’ipotesi di un’estensione a tutti di Opzione Donna.

Il motivo riguarda il fatto che le lavoratrici che hanno scelto in tal senso sono poche migliaia. Quattordici mila nel 2020, ventuno mila l’anno prima. L’estensione agli uomini andrebbe a comportare un esodo ancor prima per decine di migliaia di soggetti. Una situazione che, viene spiegato, non potrebbe venir sopportato dal sistema previdenziale.

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