Cosa può accadere in tema riforma pensioni 2023: occhi puntati sulle uscite anticipate in scadenza. Quali e aspetti da sapere
Tra le diverse priorità del nuovo Governo a guida Giorgia Meloni, il tema della riforma pensioni, con le uscite anticipate in scadenza: cosa può succedere e in che direzione si potrebbe andare.
Probabilmente, in merito alla riforma pensioni 2023, da parte del nuovo esecutivo vi saranno solo alcuni correttetivi, senza che si vada a toccare nell’interezza l’impianto delle pensioni.
Ciò, dal momento che vi sono ristretti spazi di manovra conseguentemente alle scarse risorse di tipo economico disponibili in ottica sistema previdenziale.
Potrebbe esservi l’inserimento in legge di bilancio, spiega Pensionipertutti.it, di talune proroghe relativamente alle uscite anticipate che vi sono oggi. Così da “prendere tempo“, si legge. ancora per 1anno. E prima poi della modifica profonda che potrebbe arrivare successivamente.
E dunque in tema proroghe ed uscite anticipate, su quali potrebbe esserci l’intervento del Governo Meloni?
Riforma pensioni 2023: si va verso la proroga di Quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna?
Tanti gli elementi importanti da considerare quando si parla di pensione: ad esempio tutti sanno che ne servono 20 per andarci, ma molti ignorano che possono bastarne anche 15.Â
Quota 102, Ape Sociale e Opzione Donna.
Tornando al punto, nel corso delle parole espresse alla Camera, la premier si è soffermata su quella che sarà la strada in ottica riforma pensioni. Ha affermato che occorre riconoscere tutele adeguate nei confronti di chi dopo una vita di lavoro va oppure vorrebbe andare in pensione.
“Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita”, ha affermato, mediante meccanismi che siano combatti con la tenuta del sistema di previdenza. Il punto di partenza, considerando il poco tempo che si ha in ottica prossima leggere di bilancio, si lega al “rinnovo delle misure in scadenza a fine anno”.
Pensionipertutti.it, facendo cenno alle recenti indiscrezioni, spiega che per quanto attiene ai rinnovi delle misure in scadenza, queste si legherebbero ad:
- Opzione Donna, uscita per lavoratrici con cinquantotto anni o cinquantanove se autonome, e trentacinque anni di contributi e ricalcolo contributivo degli assegni.
- Ape sociale per l’anno prossimo.
Si legge anche che bisognerà fare delle valutazioni sul fatto che possono diventare strutturali in legge di bilancio o se vi sarebbe solo una proroga annuale.
Un altro aspetto riguardo le possibile proroghe poi riguarda anche Quota 102, la misura che, almeno al momento, ha valenza solo per quest’anno. Un’opzione che consente l’uscita a sessantaquattro anni con trentotto di contributi.
Ipotesi Quota 41
Da parte dei sindacati non vi è convinzione che tali siano le direzioni giuste. Intanto il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha parlato di Quota 41 e stop legge Fornero: ecco da dove arriverebbero le risorse per finanziarla.
Tuttavia, sembrerebbe però che in ottica 2023, questa sarebbe la strada che si andrebbe a seguire.
Il segretario Cisl Sbarra, durante l’intervista al Corriere dalla Sera, ha spiegato che le quote non siano ritenute la soluzione migliore. Questi infatti, facendo cenno alla proroga delle forme che vi sono circa la flessibilità , tra cui anche Quota 102, ha affermato che “sarebbero solo una toppa”.
Aggiungendo che la partita vera riguarda una riforma strutturale che si incentri su “flessibilità , sostenibilità sociale, inclusione giovani e donne“. Inoltre ha detto che occorre subito dar inizio al tavolo, il quale sarà convocato a breve, stando a quanto annunciato da Calderone, nuova ministra del Lavoro.
L’intenzione è di comprendere la credibilità delle alternative. Da parte della Lega vi è il tentativo di mediare tra Quota 41 per tutti e tali proposte. Cosi da provare a modellare e restaurare quota 102 per l’anno prossimo.
Andando a far calare l’età minima di accesso a sessantuno anni per chi ha quarantuno di contributi. Un primo passo su di una lunga strada per giungere a quota 41 per tutti senza vincoli di età durante i 5 anni che ha davanti l’esecutivo.