Il governo Meloni si è insediato e riordinando l’agenda politica italiana cerca di cancellare la valanga di cartelle esattoriali.
Da qui poi ripartirà con la riforma fiscale. Lo scopo del nuovo governo è smaltire gli arretrati che bloccano gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta, secondo fonti che arrivano da Fratelli d’Italia, di una vera e propria maxi-sanatoria e non di una semplice e generale riforma del sistema tributario. In questo modo la fiducia tra contribuenti e Fisco (e nello stesso tempo Stato) potrebbe ritornare e consolidarsi. Quindi, per prima cosa si deve risolvere il problema delle cartelle esattoriali. Ecco le ipotesi
Cartelle esattoriali: addio a quelle fino a 1000 euro? I contribuenti attendono con ansia le novità
Due le ipotesi che il governo Meloni dovrebbe prendere in considerazione. La prima è lo stralcio, ossia, la cancellazione delle cartelle esattoriali con importo fino a 1.000 euro. Per la felicità di molti contribuenti.
Invece, per quelle fino a 2.500 euro, anche se la Lega vorrebbe innalzare la soglia limite, prevede una operazione di “Saldo e stralcio“. L’ipotesi è il versamento del 20% del debito e uno sconto sul restante 80%.
Qualora si avessero cartelle esattoriali con importi superiori si potrebbe prevedere il pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in modo da sostituire sanzioni e interessi. Ma anche la rateizzazione in 10 anni che avverrebbe in automatico.
Infine, caso di pagamenti prima dell’arrivo della cartella esattoriale il nuovo governo ipotizza una tregua fiscale con una formula 5+5: sanzione forfettaria al 5% e rateizzazione in 5 anni.
Queste tre ipotesi nascono dall’esigenza che trova concordi tutti i partiti politici: la riscossione delle tasse, nonostante gli aggiornamenti, continua a non funzionare bene. Infatti, nel tempo, anche a causa della pandemia che ha bloccato per due anni l’invio delle cartelle esattoriali, sono molte quelle accumulate sulle scrivanie dell’Agenzia delle Entrate.
Si stima che circa 23 milioni di italiani hanno almeno una cartella a loro nome e che per la Corte dei Conti si possono recuperare solo il 7% degli arretrati.
Secondo Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia, è necessario eliminare quelle cartelle da cui non è possibile riscuotere. Infatti, spesso il costo del recupero è superiore all’ammontare della cartella stessa.
Valanga di notifiche ai cittadini
La preoccupazione del governo è anche la quantità di cartelle esattoriali che “pioveranno” nelle case dei cittadini tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Tutto ciò a causa dello sblocco delle cartelle in giacenza durante la pandemia. Infatti, come si ricorderà negli ultimi due anni il governo aveva bloccato l’invio delle cartelle esattoriali.
Di conseguenza, si stima che dovrebbero arrivare circa 10 milioni di cartelle a cui si dovranno aggiungere altri 3 milioni che INPS, Agenzia delle Entrate e altri Enti stanno elaborando in questi giorni.
Si aggiunga anche il fatto che una così massiccia valanga di cartelle da elaborare potrebbe creare degli errori. Come è successo negli ultimi 5 anni con l’invio di cartelle esattoriali errate, le cosiddette cartelle pazze, che erano superiore al 50%. Di queste il 30% degli errori riguardava l’invio di cartelle ormai in prescrizione oppure per tasse già pagate.