Periodo buio per alcuni pensionati chiamati dall’INPS alla restituzione di soldi o ai tagli sull’assegno pensionistico. Chi è in pericolo.
In arrivo lettere dall’INPS per avvisare i pensionati di portare a termine degli adempimenti evitando, così, di perdere soldi.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale attua continuamente controlli al fine di verificare che ogni pagamento e ogni richiesta dei pensionati sia lecita. Nel caso in cui dovessero essere riscontrate incongruenze, errori o dimenticanza, l’ente procederebbe con l’invio di lettere agli interessati chiedendo indietro somme di denaro percepite illegittimamente. È proprio quello che sta accadendo in questi giorni. Molti pensionati stanno segnalando l’arrivo di queste missive dal contenuto scoraggiante. Un avviso di pagamento con tanto di bollettino allegato per regolarizzare la posizione con l’INPS. In altri casi, invece, la lettera serve per comunicare le decurtazioni sull’assegno pensionistico che scatteranno dal mese successivo. Il taglio servirà per recuperare somme ottenute in più attraverso un rateo sulla pensione. Insomma, un periodo alquanto buio per tanti pensionati che, però, hanno gli strumenti per difendersi.
L’INPS e le lettere ai pensionati, chi rischia di riceverne una
Nella maggior parte dei casi l’INPS invia le lettere con richieste di pagamenti riferite alle comunicazioni obbligatorie che alcuni contribuenti devono fornire periodicamente. Tanti destinatari sono i pensionati titolari di assegni con integrazione al trattamento minimo. Secondo la normativa, infatti, i percettori dell’integrazione al minimo hanno l’obbligo di comunicare annualmente i redditi percepiti.
Tale adempimento deve essere obbligatoriamente effettuato da tutti coloro che hanno una pensione che non arriva alla soglia minima e che non presentano la dichiarazione dei redditi. Tanti destinatari, dunque, ma le lettere che stanno arrivando in questi giorni riguardano principalmente l’anno 2018. L’INPS ha necessità di controllare le condizioni reddituali dei pensionati che percepiscono l’integrazione al minimo per poter continuare ad erogare la prestazione. Senza una dichiarazione dei redditi l’ente ha necessità che l’interessato comunichi i redditi seguendo un’altra via, il modello RED.
Modello RED o richiesta dei soldi indietro
Se l’INPS non riceve il modello RED con cui il pensionato comunica i propri redditi farà cadere il diritto all’integrazione al minimo. In più chiederà indietro le somme che reputerà percepite illegittimamente. Per evitare tagli e richieste di denaro, i titolari di assegno sociale devono inoltrare nei tempi stabiliti il modello RED mentre i percettori di assegni di invalidità dovranno presentare il modello INV-CIV.
Attenzione, però, al caso in cui sia l’INPS ad incorrere in alcuni errori. Stanno arrivando lettere, infatti, anche ai pensionati che hanno inoltrato la dichiarazione dei redditi. In questo caso gli interessati non dovranno pagare quanto richiesto nella missiva ma impugnare la comunicazione dell’ente. Stesso discorso per chi è stato ricoverato – evento che fa decadere il diritto alla prestazione – ma solo in Day-Hospital o per brevi periodi che non determinano la sospensione della misura.