Come abbassare le tasse in Italia? Una prima risposta arriverebbe dall’introduzione del quoziente familiare, che rappresenta uno dei ‘cavalli di battaglia’ del centrodestra vittorioso alle ultime elezioni. Ma in agenda del Governo non c’è soltanto questo.
Con l’insediamento del nuovo Governo in molti si domandano quali saranno le scelte in tema di politica fiscale, ovvero quale ricetta sarà adottata per tagliare le tasse ai cittadini italiani? L’idea sarebbe quella di introdurre anche in Italia il cosiddetto quoziente familiare, ovvero oneri fiscali minori per le famiglie con figli.
Si tratta di un istituto che in Francia ha portato ad un’inversione di tendenza: oggi in territorio transalpino la natalità registra segnali molto positivi ed è per questo che la neo Premier Giorgia Meloni sta pensando a qualcosa di simile anche per il nostro paese.
Vediamo allora come potrebbe funzionare il quoziente familiare in Italia, ma vediamo anche quali potrebbero essere altre novità sul fronte fiscale, non dimenticandoci dunque di Iva e Flat tax. I dettagli.
Quoziente familiare per il taglio delle tasse: in che cosa consiste?
Spiegare in sintesi che cos’è il quoziente familiare è molto semplice. Siamo innanzi ad un sistema con il quale l’imposta è fissata in rapporto a un coefficiente – appunto il quoziente citato – quantificato prendendo in considerazione non solo il reddito totale della famiglia, ma anche il numero dei membri che la compongono.
Per questo motivo chi fa più figli, avrebbe un carico di tasse ridotto. In altre parole, il meccanismo del quoziente familiare considera ai fini fiscali il reddito complessivo della famiglia e lo rapporta al numero delle persone che la formano.
Ecco perché il carico fiscale cala con il crescere delle dimensioni del nucleo familiare.
Costo dell’operazione quoziente familiare e possibile introduzione graduale
Come detto in apertura, il quoziente familiare è da sempre uno dei cavalli di battaglia del centrodestra, ma questa operazione avrebbe un costo non indifferente e pari a circa sei miliardi di euro. Questo il calcolo effettuato dai tecnici del Governo.
Siccome si tratterebbe di una spesa non indifferente, specialmente in un momento storico come quello attuale, l’ipotesi più plausibile è che il Governo introduca il citato quoziente, ma in modo graduale nel corso del tempo.
Anzi, una fetta delle risorse utili per finanziarlo giungerebbero da bonus ormai a fine esperienza. Ed anche il reddito di cittadinanza pare sempre più in bilico.
Critiche al quoziente familiare: novità per l’assegno familiare?
Come accennato, il quoziente familiare rappresenta uno strumento di politica fiscale ideato per considerare il rilievo del numero dei membri di una famiglia rispetto alla tassazione del suo reddito. Ma non sembra mettere d’accordo tutti.
C’è infatti chi sostiene che l’introduzione del quoziente familiare potrebbe creare alcune distorsioni o storture, perché andrebbe ad attenuare in modo consistente la progressività dell’imposta sui redditi. In buona sostanza sarebbero favoriti i nuclei familiari con redditi più alti.
Ma non c’è soltanto questo nel cantiere delle politiche sulle tasse, siccome il nuovo Governo avrebbe anche in mente di accrescere le somme mensili dell’assegno unico universale. Al momento, al netto delle maggiorazioni, l’assegno in base all’Isee del richiedente va da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro al mese per ciascun figlio minorenne a carico. Tuttavia al momento non vi sono dettagli specifici sui possibili aumenti del contributo mensile a favore della natalità e genitorialità.
Flat tax, cartelle esattoriali e Iva: cosa potrebbe cambiare?
Non dimentichiamo altresì che il Governo intende istituire la Flat tax a 100mila euro e dare luogo alla cancellazione delle mini-cartelle esattoriali. Circa la Flat tax, la nota tassa piatta che fa sempre discutere e che ha spaccato formazioni politiche e opinione pubblica, già nella prossima manovra potrebbe esserci l’estensione del prelievo fisso del 15% alle partite Iva e ai professionisti che dichiarano fino a 100mila euro annui.
Mentre per quanto attiene alle cartelle esattoriali, la spinta verso una sorta di ‘pace fiscale’ è netta: l’obiettivo è infatti la cancellazione di quelle di ammontare al di sotto dei 1.000 euro. Mentre per quelle fino a 2.500 euro l’ipotesi in campo è l’operazione di saldo e stralcio. Ma anche su questo punto in fatto di tasse avremo eventuali conferme entro breve tempo.
Infine in fatto di Iva, il Governo intende attuare una riforma fiscale già annunciata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’ambito del suo discorso per la fiducia alle Camere.
Secondo il progetto dell’Esecutivo, la novità sarebbe quella di estendere l’insieme dei beni primari che godono dell’Iva ridotta al 5%. Secondo gli osservatori, la nuova mossa in ambito di taglio Iva e tasse potrebbe concretizzarsi subito con la prossima legge di Bilancio. Oggetto dell’agevolazione sarebbero anzitutto i prodotti per l’infanzia. Pensiamo ad es. ai biberon o ai pannolini come anche agli omogenizzati: su di essi al momento grava un’aliquota Iva del 22%. Troppo per il Governo, che si starebbe muovendo anche su questo fronte.