L’organo più importante per la nostra vita, il cuore, non avrebbe ben sopportato il virus anche dopo essere guariti, ecco perché.
A quanto pare i segni e gli effetti lasciati dal Covid continuano ad aumentare e, ovviamente, non hanno risparmiato nemmeno il nostro cuore.
A dirlo è stata una rivista, la Heart, la quale ha pubblicato un interessante e attento studio condotto dalla UK Biobank. Secondo gli studiosi che si sono occupati del caso, per via del Covid contratto, è possibile che il nostro cuore incontri delle difficoltà. Stiamo parlato di problemi cardiovascolari comuni, come ad esempio l’infarto, la trombosi e l’ictus. Questi, però, aumentano in fatto di percentuale.
Non è bastato, dunque, essere negativi per sentirsi guariti e in salute. Il Covid, dopo due anni di pandemia, e con tutte le dovute precauzioni, continua a fare strage anche dopo il suo passaggio. Di solito si sente parlare di spossatezza, di difese immunitarie meno forti, caduta di capelli, irregolarità nel ciclo mestruale e dolori alle ossa o muscolari. Insomma, gli effetti del Covid sono devastanti e speriamo che si possa trovare una soluzione anche a questa situazione.
Continuiamo a parlare di Covid con un articolo che ci esorta a non abbassare la guardia. Secondo alcune notizie che circolano, è possibile che tra quale mese ci si possa ritrovare a contatto con un’altra tipologia di variante da Covid. E, nonostante il Covid non sia stato ancora debellato definitivamente, in alcune farmacie iniziano a mancare i farmaci. Detto questo, ritorniamo al nostro studio sul cuore.
Cuore e Covid, cosa dice la ricerca?
La ricerca scientifica ha visto come protagonisti principali ben 53.613 persone. 17.871 di queste erano state contagiate tra marzo 2020 e il marzo del 2021. Il numero di persone che che hanno avuto il covid e che sono stati ricoverati d’urgenza in ospedale è pari a 2.700. 860, invece, sono i soggetti che sono stati ricoverati per altri motivi. Il restante numero dei pazienti non ha avuto il bisogno di recarsi in ospedale.
Chi si è ammalato di Covid presenta la possibilità di contrarre la trombosi venosa tre volte in più rispetto a chi non è stato contagiato. Inoltre, il rischio di morire per qualsiasi altro motivo, sempre nei primi soggetti, sale a 10 volte in più rispetto ai secondi. Almeno questo ragionamento riguarda chi non ha avuto bisogno di arrivare in ospedale.
Al contrario, chi invece è stato ricoverato durante quell’anno, risulta essere un soggetto ancora più debole. Queste persone possono rischiare una trombosi venosa nel cuore 27 volte in più rispetto al primo caso. Possono rischiare di contrarre un ictus 17,5 volte in più e un’insufficienza cardiaca pari a 21,5 volte. Inoltre, purtroppo, le sciagure non finiscono qui. Tali soggetti possono rischiare una fibrillazione atriale maggiore di 15 volte e una pericardite di 14 volte in più. Infine, anche l’infarto è contemplato: questo può essere contratto 10 volte in più rispetto agli altri.
C’è altro che bisogna sapere?
Sicuramente, da quanto è stato riportato, possiamo dedurre che le persone guarite dal Covid rischiano di morire di più rispetto a chi non l’ha contratto. Anzi, è stato statisticamente provato che i decessi, tra persone che hanno superato il virus, sono in aumento.
Inoltre bisogna stare attenti ad un periodo particolare, quello che va dai trenta giorni dopo aver contratto il virus. È proprio in questo lasso di tempo, infatti, che le patologie legate al cuore possono manifestarsi. L’ideale sarebbe contattare il proprio cardiologo e trovare insieme la soluzione più adeguata per evitare il peggio.
Le informazioni presenti nell’ articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi.