L’indennità di buonuscita, corrisposta ai dipendenti pubblici statali alla fine del rapporto di lavoro, è soggetta a una tassazione agevolata.
È un Trattamento di Fine Servizio (TFS) riconosciuto:
- ai militari e ai dipendenti dello Stato assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000;
- indipendentemente dalla data di assunzione, anche ai dipendenti rimasti in regime di diritto pubblico che hanno risolto il rapporto di lavoro e quello previdenziale con almeno un anno di iscrizione.
Al personale assunto dopo quella data si applica infatti la disciplina del TFR. La buonuscita si calcola moltiplicando un dodicesimo dell’80% della retribuzione contributiva annua lorda, compresa la tredicesima, percepita al momento della cessazione del rapporto lavorativo per il numero degli anni utili. La frazione superiore ai sei mesi viene considerata come un anno intero, mentre quella pari o inferiore a sei mesi non è presa in considerazione.
A partire dal 1° maggio 2014 la retribuzione annua lorda considerata come base del calcolo non può superare i 240mila euro.
Indennità di buonuscita e tassazione: il quesito
Un nostro lettore ha inviato il seguente quesito: “Ma Voi non scrivete che le rate della buonuscita sono soggette a detrazioni? L’INPS manda solo una info dell’importo senza dettagli! Secondo Voi non è una lesione di diritti?!”
La tassazione sulla buonuscita
Come abbiamo già sottolineato, l’indennità di buonuscita è sottoposta a una tassazione agevolata. Per stabilire questa tassazione, l’importo lordo viene abbattuto del 26,04%. Ossia della percentuale che risulta dal rapporto tra l’aliquota a carico del dipendente (2,5%) e quella complessiva che viene versata (9,6%) calcolata sulla retribuzione utile.
Inoltre, le prestazioni di TFS sono soggette a un’ulteriore detassazione, in misura differente a seconda di quanto tempo il pensionato abbia dovuto attendere il versamento della liquidazione:
- 1,5% per 12 mesi;
- 3% per 24 mesi;
- 4,5% per 36 mesi;
- 6% per 48 mesi;
- 7% per 60 mesi o più.
La riduzione della tassazione riguarda gli importi o la parte di TFS fino a 50mila euro.
Come funziona
L’indennità di buonuscita è corrisposta d’ufficio e viene accreditata dall’Inps sui conti correnti o su altri strumenti di pagamento elettronici che abbiano l’IBAN, a seconda di quanto indicato dal lavoratore.
Le somme vengono così suddivise:
- in un’unica tranche annuale, se l’importo complessivo lordo è pari o inferiore a 50mila euro;
- in due importi annuali se la cifra complessiva lorda è superiore a 50mila ma inferiore a 100mila euro. La rima sarà di 50mila euro; la seconda, dell’importo residuo, verrà versata dopo un anno;
- in tre importi annuali se superiore a 100mila euro. Il primo e secondo (dopo 12 mesi) saranno di 50mila euro, il terzo (dopo 24 mesi) della cifra restante.
Indennità di buonuscita versata dall’INPS
In merito al quesito inviato dal lettore, non riscontriamo alcuna lesione di diritti. Se vuole calcolare la tassazione applicata alla buonuscita, può fare riferimento al conteggio precedentemente illustrato in questo articolo. Altrimenti può rivolgersi a un patronato, o altro ente a sua scelta, per una verifica più approfondita.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.