I lavoratori che nel 2023 vorranno andare in pensione anticipata quali possibilità potranno vagliare? Da Opzione Donna a Quota 41 modificata, iniziamo a delineare il prossimo futuro.
In attesa della Legge di Bilancio si cominciano a delineare i contorni del sistema pensionistico del 2023.
La fine del 2022 si avvicina e gli italiani dividono i pensieri per l’anno nuovo tra speranze e preoccupazioni. La speranza che la situazione economica possa migliorare, l’inflazione cominci a scendere e le previsioni della triplendemia si rivelino sbagliate. La paura che l’aumento dei prezzi continuerà a schiacciare famiglie e imprese, che Cerberus – ultima variante del Covid – rovini il Natale e che il 2023 possa rivelarsi ancora più complicato degli anni precedenti. In mezzo a tutto questo c’è attesa. Attesa di interventi da parte del nuovo Governo, di promesse mantenute e di quella flessibilità in uscita dal mondo del lavoro che possa soddisfare i cittadini. Il tema pensioni sarà protagonista della prossima Legge di Bilancio? È ciò che tutti i lavoratori sperano per allontanare l’incubo di un ritorno della Legge Fornero e, forse, per una volta verranno accontentati.
Pensione anticipata 2023, ci sarà Quota 41 modificata?
La Riforma delle Pensioni prevede dei costi onerosi e per questo motivo le decisioni finali tardano ad arrivare. I conti devono tornare o un cambiamento potrebbe ritorcersi contro l’Italia. Al momento, la soluzione più idonea per il Governo Meloni sembrerebbe essere Quota 41 modificata. Uscita dal mondo del lavoro con 41 anni di contributi con un’aggiunta del requisito anagrafico, ovvero dai 61 ai 63 anni di erà.
La proposta risulta flessibile ma adatta principalmente per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi molto presto e per quelli che hanno i soldi per riscattare gli anni di laurea. I sindacati apprezzano l’idea a condizione che l’attenzione rimanga alta anche su altri aspetti come, ad esempi, il recupero del potere d’acquisto. Il “sì” è arrivato anche dalla Lega e dalle altre componenti del Governo. Insomma, Quota 41 con l’inserimento del paletto anagrafico sembrerebbe accontentare tutti.
Nello specifico, nel 2023 si potrebbe uscire dal mondo del lavoro con 61 anni di età e 41 di contributi (Quota 102) oppure con 62 anni di età e 41 di contributi (Quota 103) o con 63 anni di età e 41 di contributi (Quota 104). La decisione finale dipenderà dai calcoli matematici sui costi della misura. Ciò che è certo è che verranno introdotti Bonus per chi decide di aspettare e non accettare la pensione anticipata.
Le novità continuano
Dopo aver scartato l’idea di Opzione Uomo, il Governo è al lavoro anche per decidere la proroga di Opzione Donna e dell’APE Sociale. Indiscrezioni lasciano pensare che entrambe le misure verranno confermate dato che non rappresentano costi eccessivi per le casse dello Stato.
Ciò significa che nel 2023 le lavoratrici potranno andare in pensione anticipata a 58 anni avendo maturato 35 anni di contributi accettando, però, il calcolo dell’assegno con sistema totalmente contributivo. Allo stesso modo, i caregiver, gli invalidi con più del 74% di disabilità riconosciuta, i disoccupati e gli addetti alle mansioni gravose potranno lasciare il lavoro a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi versati.