Il nostro sistema sanitario è al collasso, ma anche il nuovo Governo prevede tagli e austerity. Il grido d’allarme lanciato dai medici.
In una lunga lettera diffusa dai medici della Federazione CIMO-FESMED, si racchiude la tragica situazione del comparto sanitario italiano. Ecco cosa sta succedendo.
Il nuovo Governo appena insediato ha previsto per i prossimi 3 anni ulteriori tagli alla sanità. Siamo il Paese che investe di meno e i medici, a questo giro, non ci stanno. Nella lunga lettera che tramite il Sindacato hanno divulgato troviamo parole forti, e che spiegano perfettamente quale sia la situazione attuale. Ma soprattutto cosa ci aspetta nel breve futuro.
“Cari italiani, non ammalatevi, perché presto non ci saranno più medici per curarvi“. Questo, in sintesi, l’appello divulgato dai Medici della Federazione che hanno contestualmente inviato al Governo una richiesta di più fondi per la Sanità nella prossima Legge di Bilancio. Solamente così sarà possibile evitare il tracollo totale dei servizi di ospedali e medicina territoriale.
Stiamo assistendo all’ultimo grido d’allarme, che vuole dire “basta” ad una gestione della Sanità che ci sta facendo perdere risorse preziose. Ecco qual è la verità e perché presto potremo assistere al fallimento totale del comparto.
La straziante lettera dei Medici agli Italiani: è allarme, il sistema sanitario è in tilt, ecco la verità
Accade questo, nel mondo e nel nostro Paese. Numerose risorse economiche stanno confluendo verso la Ricerca, ma verso una Ricerca “pericolosa”, che “gioca” coi virus e cerca soluzioni tramite formulazioni (quasi esclusivamente) vaccinali.
Nel mentre, a causa dei problemi internazionali e del costo dell’energia, mancano addirittura i medicinali più basilari, come gli antinfiammatori e gli antidolorifici. Siamo di fronte ad uno scenario in cui si rischia di non poter garantire a tutti il diritto di cura.
Contestualmente, da una nota di aggiornamento del DEF appena approvata dal Consiglio dei Ministri si evince che nei prossimi 3 anni la spesa sanitaria sarà ulteriormente ridimensionata. Scenderemo ad una percentuale di Pil inferiore al periodo antecedente la pandemia e confermeremo il nostro triste primato. Siamo uno dei Paesi UE che spende di meno per la Sanità.
I Medici, oggi, sanno che non è più possibile perseguire questa strada. In caso contrario, sarà caos e gli italiani non potranno più accedere alle cure. Le parole contenute nella lettera non danno adito a dubbi. Spiegano cosa è successo negli ultimi anni e soprattutto cosa succederà se le cose non cambiano.
La denuncia racconta di come “anni di programmazione sbagliata, di tagli feroci e scellerati alla sanità nel nome di una presunta razionalizzazione e una supposta appropriatezza in realtà hanno solo ridotto drasticamente l’offerta sanitaria“. E soprattutto che non vi sono segnali di cambiamento, anzi.
Agli italiani, un appello a correre ai ripari in autonomia: “cercate di non ammalarvi perché presto non ci saranno più medici per curarvi. Se potete permettervi un’assicurazione sanitaria iniziate ad informarvi su come acquistarla, perché nel prossimo futuro il Servizio sanitario nazionale non sarà più in grado di garantire le prestazioni di cui avrete bisogno. E se non potete permettervi una polizza cercate di mettere comunque da parte dei risparmi per quando dovrete fare delle analisi, una visita specialistica o una lastra, perché prima o poi sarete costretti a pagarle di tasca vostra”.
Cos’è cambiato dal Covid
La pandemia ha innescato una serie di cambiamenti socio culturali ed economici che non dovremmo mai dimenticare. I danni che sono stati fatti alle menti dei nostri ragazzi sono immensi. Le scuole, gli insegnanti e gli psichiatri denunciano da tempo l’aumento di comportamenti aggressivi, attacchi di panico, asocialità dilagante.
Le persone hanno paura, e continuano a temere di contagiarsi di una malattia per la quale, fortunatamente, esistono anche le cure. Soprattutto se presa in tempo.
I Governi che hanno “guidato il Paese” durante l’avvento del Covid si sono concentrati su terrorismo mediatico, minacce nemmeno tanto velate (chi non ricorda le parole del Premier Draghi? “Chi non si vaccina, muore”) e su obblighi vaccinali, obblighi mascherati da una falsa possibilità di scelta. Obblighi perpetrati nonostante le evidenze scientifiche – poi ammesse dalla stessa casa farmaceutica Pfizer in Commissione Europea – che non davano certezze assolute sull’efficacia di trattamenti sperimentali.
Si continua a “informare” il popolo italiano di tutte le malattie che circolano, adottando termini come triplendemia, allarmismi anche sulla “comune” influenza. Ma nessuno racconta ciò che succede dietro le quinte. Tagli, tagli e ancora tagli. E di ciò che è stato perpetrato negli ultimi 2 anni e mezzo. Migliaia di italiani costretti a lasciare il posto di lavoro, a non poter più garantire uno stipendio alla famiglia, solamente perché c’è una malattia che circola tra le persone.
Ci si concentra sull’odio verso quei pochi operatori sanitari che non hanno voluto vaccinarsi e nessuno pensa al fatto che la loro mancanza nelle corsie ha messo in pericolo la salute di molte persone. Che hanno avuto meno possibilità di accedere a cure tempestive. Si continua a contare i morti, ma sembra che al Governo non interessi preservare la salute dei vivi. Perché smantellando la sanità pubblica, è questo che dimostra.
Sempre nella lettera troviamo tutta l’amarezza dei medici, anch’essi vittime del Sistema.
“Sono anni che ripetiamo, inascoltati, che occorre invertire la rotta. Speravamo, illusi, che il Covid-19 avesse fatto capire una volta per tutte l’importanza di un Servizio sanitario universale, pubblico, sicuro e di qualità. Non solo per quella tutela della salute richiamata dalla Costituzione come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, ma anche per il corretto funzionamento del sistema produttivo del Paese. Ci siamo sbagliati, così non è stato.”
Le ultime parole contenute nella lettera invitano gli italiani a unirsi, ad aiutare i medici a ottenere i fondi che servono, per tutelare il bene e la salute di tutti. Senza unità, è chiaro che tutti perderanno.