Superbonus di nuovo a rischio: le banche e le Poste stoppano la cessione del credito

Superbonus e cessione del credito. Le sentenze della Cassazione che hanno visto banche e Poste nel ruolo di cessionari, non fanno stare tranquilli gli istituti che ora si dimostrano nuovamente indisponibili ad essere coinvolti nel meccanismo. I rischi di sequestro preventivo.

Nuove grane per il Superbonus, in un periodo in cui le istituzioni hanno varato norme e regole che, almeno sulla carta, vorrebbero contribuire a rilanciare la maxi agevolazione e sbloccare la cessione del credito.

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Non dimentichiamo infatti che negli ultimi mesi la paralisi dei bonus edilizi ha costituito un danno per i committenti, ma anche per le aziende edili che sono state costrette al congelamento dei lavori dei cantieri.

Nato sotto i migliori auspici, il Superbonus ha tradito non poche attese e, complici norme che potevano essere scritte meglio e che purtroppo hanno offerto spazio ad abusi ed irregolarità di vario tipo, oggi la maxi agevolazione è stata – almeno in parte – riscritta nei suoi meccanismi. Il riferimento va in primis alle norme sulla cessione del credito.

Ora però la notizia che farà storcere il naso a non poche persone: la Corte di Cassazione si è espressa con varie recenti sentenze su questi temi e ha di fatto condotto le Poste a fare un passo indietro in materia di cessione del credito. Insomma, quale futuro per il Superbonus e per i bonus edili alla luce delle ultime novità? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

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Superbonus e stop al credito d’imposta: nuovi problemi

Nelle ultime ore un messaggio sul sito web ufficiale di Poste Italiane è stato emesso proprio in tema di Superbonus e credito d’imposta. Ebbene, la grande azienda ha reso noto che l’acquisizione di nuove pratiche collegate al credito d’imposta è stata sospesa.

Di fatto non si può non fare riferimento alle ultime sentenze dell’Alta Corte, che di fatto hanno confermato la legittimità del sequestro preventivo dei crediti d’imposta susseguenti alle richieste di Superbonus, caratterizzate però da irregolarità e da un intento fraudolento.

Insomma, nuove ombre sul futuro della maxi agevolazione: quanto basta per allertare le Poste, ma non solo loro. Infatti è presumibile che adesso anche varie banche e istituti adotteranno decisioni analoghe, determinando di fatto un nuovo stop alla cessione del credito.

Proprio così: un’altra battuta d’arresto per Superbonus e bonus edili pare la logica conseguenza, perciò in molti – tra semplici cittadini, professionisti ed addetti ai lavori – ritornano a porsi una domanda che già nei mesi scorsi era stata ricorrente.

Ci si chiede in particolare che succede per i lavori già iniziati: ebbene, possiamo affermare che, per quanto attiene alle pratiche già in lavorazione, un specifico messaggio di Poste Italiane fuga ogni dubbio e rassicura chi è riuscito a conseguire la cessione del credito prima del blocco.

Per costoro le ultime decisioni non varranno, ma è pur vero che d’altra parte la nuova frenata non riguarderà solo le Poste: infatti anche il notissimo Gruppo Banca Intesa Sanpaolo ha indicato l’adeguamento al fermo delle acquisizioni dei crediti. Proprio così: anche per questo istituto bancario lo stop alle operazioni di cessione del credito d’imposta.

Superbonus: all’interno delle Poste e presso le banche domina la preoccupazione

Alla luce di un quadro giurisprudenziale piuttosto nitido, le grandi società temono ripercussioni in caso di coinvolgimento nel meccanismo del Superbonus. Perciò non può sorprendere questo nuovo dietrofront.

Proprio le sentenze della Cassazione indicano infatti il diritto al sequestro dei crediti d’imposta ceduti da parte dell’amministrazione finanziaria. La frode in quanto tale condurrebbe a conseguenze anche per il cessionario, nel momento in cui questo vedrà sottrarsi il credito d’imposta perché sequestrato.

In sintesi il sequestro preventivo, disciplinato dalle nostre leggi, è stato considerato legittimo dai giudici, ed anzi opportuno anche in relazione all’acquisizione del credito del cessionario. Insomma un passaggio che deve aver allertato Poste e banche, conducendole a desistere e a rendere nota la sospensione delle cessioni del credito. 

Rileviamo inoltre che lo stop alle acquisizioni dei crediti è da ritenersi generalizzato, attenendo a tutti i bonus disponibili.

In particolare la Cassazione ha rimarcato che il sequestro dei crediti d’imposta si può compiere in ogni caso di frode. Infatti ciò è stato indicato in tutte le sentenze sul Superbonus – che hanno peraltro visto Poste e banche nel ruolo di cessionari – rendendo legittimo il sequestro anche laddove sussista la buona fede del cessionario, perché estraneo all’illecito penale posto in essere del cedente.

No insomma alla tutela della buona fede delle banche, pur richiesta con forza dagli istituti già da qualche mese. Ecco dunque spiegato perché ci si sta avviando ad una nuova paralisi del meccanismo: torna a prevalere lo scetticismo e il timore delle banche e delle Poste, con il rischio che il settore dell’edilizia torni nelle sabbie mobili di qualche mese fa.

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