Costi dei conti correnti in aumento: batoste sotto ogni fronte

I costi dei conti correnti sono in aumento con percentuali del +34%. Scopriamo quali sono le voci che determinano il rincaro.

I risparmi sono in pericolo anche trovandosi sul conto corrente. L’inflazione mangia il potere d’acquisto dei soldi e fa lievitare i costi dei conti.

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Gli italiani depositano i risparmi sul conto corrente, strumento pratico e comodo per approfittare di diversi servizi come l’accredito dello stipendio o i bonifici. Con l’home banking, poi, la gestione dei soldi si è notevolmente semplificata riuscendo a compiere svariate operazioni da casa e in qualsiasi momento. Tutto questo, però, ha un costo. Si parte dal canone mensile fino ad arrivare ai costi dei prelievi o dei trasferimenti di denaro. Le cifre sono variabili, dipendono dalla banca di appartenenza e dalla tipologia di istituto di credito – tradizionale con sportello oppure online. Eppure tutti i costi sono in aumento e continueranno a crescere nei prossimi mesi.

Questo a causa della guerra in Ucraina, della conseguente inflazione dilagante e della crisi economica che sta investendo non solo l’Italia. A fare le spese della situazione geopolitica internazionale instabile sono i cittadini. Rincari su rincari in ogni settore e, ora, la batosta arriva anche dalla propria banca.

Costi dei conti correnti in aumento, la situazione

Gli italiani hanno in media 10 mila euro sul conto corrente. Sono diminuiti i conti con meno di 3 mila euro (circa il 22% del totale) e sono aumentati quelli con 10 mila euro (42,8%) e 20 mila euro. Questo quadro fa capire come siano pochi i cittadini che optano per un investimento sicuro che sarebbe, invece, un’ottima soluzione per tutelare i propri risparmi dall’inflazione.

Lasciando i soldi sul conto, invece, non solo si perde il potere d’acquisto ma si avranno più spese. Ricordiamo ad esempio che per i depositi superiori ai 5 mila euro è prevista l’applicazione dell’imposta di bollo. In più c’è la ritenuta fiscale sulle giacenze del conto pari al 26%. I costi di gestione, poi, sono aumentati dall’8 al 24% negli ultimi 12 mesi. Tali percentuali tradotte in somme da corrispondere corrispondono al range tra 27 e 152 euro all’anno.

Chi perderà più soldi

La batosta maggiore arriverà per le famiglie e i pensionati e sarà più rilevante sui conti correnti tradizionali rispetto a quelli online. Intesa Sanpaolo ha aumentato il canone mensile da 6 euro a 8,50 euro al mese mentre CheBanca! ha raddoppiato la somma, da 24 euro a 48 all’anno. A costare di più in totale sono i conti aperti da più anni indice della necessità di un cambiamento per tanti contribuenti. Inoltre, dovendo aprire un conto o chiedere un passaggio ad un’altra banca è preferibile optare per un istituto online.

Le banche telematiche propongono canoni contenuti se non azzerati accettando, ad esempio, l’accredito dello stipendio. Annullano anche i costi dei bonifici e attuano altre vantaggiose promozioni.

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