Si parla spesso di pensioni e in particolare di Quota 103, ma potrebbero esserci ripercussioni sul TFS degli statali? Ecco cosa c’è da sapere
Per il dipendenti statali il TFS è sempre un punto molto discusso, ma con la Quota 103 potrebbero esserci brutte sorprese? Ecco cosa c’è da sapere e a cosa fare molta attenzione.
Da tempo si sente parlare della riforma per le pensioni, ma al momento bisogna attendere dal momento che questa dovrebbe essere inserita all’interno della nuova Legge di Bilancio.
Questa, però, potrebbe essere una misura a tempo dal momento che forse resterà in vigore soltanto per l’anno venturo. Vi sarebbe, però, da fare attenzione a Quota 103 in modo particolare per coloro che sono lavoratori statali.
È noto però che qualsiasi sia la nuova riforma risulterà un cambiamento alla nota Quota 102. Di conseguenza, potrebbe essere possibile che la nuova misura ne erediti i vincoli ed i doveri.
Vi potrebbe essere la possibilità, infatti, che la nuova misura modifichi gli anni ed i contributi che vi sono all’interno della Quota 102, ma altri aspetti potrebbero restare invariati.
Di conseguenza, i dipendenti statali dovrebbero fare molta attenzione e leggere per bene la nuova misura. Ovviamente, se questi sono intenzionati ad andare in pensione con la nuova misura.
Quota 103 e TFS statali: a cosa fare attenzione?
Ma nella nuova riforma per le pensioni che fine faranno Opzione donna e Ape Social? Ecco cosa c’è da sapere in merito e le possibili novità.
Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, se Quota 103 erediterà una serie di caratteristiche della 102 vi potrebbero essere alcune cosa a cui fare particolarmente attenzione per gli statali.
I soggetti che sono andati in pensione con Quota 102 hanno atteso diverso tempo per poter percepire il Trattamento di Fine Servizio ed il Trattamento di Fine Rapporto.
Le opzioni sono due, in particolare: quindici mesi e sessantasette anni. Oppure ventiquattro mesi dopo aver raggiunto i possibili requisiti contributivi per l’accesso alla quiescenza anticipata.
Se la prossima misura pensionistica muterà soltanto alcuni parametri, ma lascerà invariati altri i requisiti citati potrebbero restare i medesimi. Potrebbe dunque essere possibile che, se si mette male, si potrebbe attendere almeno quattro anni per il TFS o TFR.
Cosa farà l’INPS?
Come in molti già sapranno, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha deciso di proporre un’anticipazione rispetto al Trattamento di Fine Servizio ed al Trattamento di Fine Rapporto a coloro che sono lavoratori statali. Vi è applicato, però, l’1 per cento di interesse.
Dunque se i parametri restassero i medesimi, i lavoratori potrebbero pensare di cogliere l’occasione che offre l’Istituto.
Sarà possibile accedere alla misura a partire dal 01.02. Vi sarà dunque la possibilità di richiedere un anticipo totale sul TFS ed i tassi d’interesse saranno agevolati. Questa, di conseguenza potrebbe essere una discreta occasione per non attendere molto tempo per ricevere la buona uscita tanto attesa.