Per accedere alla pensione minima quanti anni di contributi servono? La risposta non è sempre intuitiva, ma ecco cosa c’è da sapere in merito
Spesso quando si parla di pensione vi possono essere alcuni quesiti tra questi anche: quali sono i contributi minimi per accedere alla quiescenza minima? Ecco cosa c’è da sapere in merito.
Vi sarebbero alcune possibilità che consentono di accedere alla quiescenza minima. Questo potrebbe essere possibile con contributi inferiori rispetto alla Fornero, di conseguenza risulta essere una deviazione rispetto alla norma generica, ma è consentito a pochi.
Pensione minima contributi: quanti ne servono?
Ma l’uscita anticipata per coloro che hanno 62 oppure 63 è anni è possibile per tutti? Si, ma è necessario rispettare le condizioni previste.
Ritornando all’argomento cardine di questo articolo, per la quiescenza di vecchiaia è necessario aver versato almeno vent’anni di contributi anche considerando quelli volontari.
I contributi volontari possono essere versati anche da coloro che si trovano in una condizione di disoccupazione. La denominazione è contributi silenti volontari. Il versamento accumulato in un’unica gestione non riescono da soli a dare la possibilità di accedere alla quiescenza autonoma.
Se si maturano i contributi opportuni e l’età di sessantasette anni per la quiescenza minima e si vuole conoscere l’importo è necessario il calcolo della quiescenza finale. Questo viene fuori moltiplicando la sommatoria dei contributi versati con il coefficiente di trasformazione. Questo si riferisce a quanti anni si hanno nel momento in cui si accede alla quiescenza.
Pensione senza contributi
Vi potrebbero essere anche casi in cui un soggetto non ha versato alcun contributo. In questo caso si possono versare contributi volontari all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
In questo caso, però, è necessario essere autorizzati e rispettare alcuni requisiti.
Tra questi vi è quello di avere per lo meno cinque anni di contributi. Nello specifico duecentosessanta settimane per un soggetto dipendente o lavorare domestico. Sessanta mensilità se si è lavoratore autonomo. Quattrocento sessantacinque giorni per un lavoratore agricolo e trecento dieci per una lavoratrice agricola.
Poi, almeno tre anni di contributi rispetto a cinque che risultano essere precedenti alla richiesta di quiescenza.
La richiesta per avere l’approvazione dei contributi volontari si fa presso l’Istituto. In primo luogo si fa fare un calcolo della quiescenza che si potrebbe percepire, così da capire quale sia la convenienza. I criteri per calcolare il costo d’onere dei contributi mutano rispetto alla persona assicurata.
Per coloro che, invece, vorrebbero accedere alla quiescenza con quindici anni di contributi e sessantasette d’età vi è una formulazione dedicata. Questa riguarda coloro che hanno maturato il requisito entro il 31.12.1992.
O anche per i soggetti che hanno avuto l’autorizzazione rispetto ai contributi volontari entro la medesima data.
Vi sono poi altre possibilità rispetto a quelle citate. Chiaramente, per ogni situazione specifica è sempre meglio rivolgersi ad un esperto del settore oppure all’Istituto che saprà valutare caso per caso.