Quanti anni di contributi devono possedere gli invalidi all’80% per accedere alla pensione anticipata? Ecco tutti i dettagli.
L’attuale sistema previdenziale stabilisce una serie di agevolazioni, per consentire ai soggetti affetti da un’invalidità di almeno l’80% di usufruire della pensione anticipata.
Ovviamente, per smettere di lavorare in anticipo, non è sufficiente lo status di disabile, ma è necessario possedere una serie di requisiti. Il Decreto Amato (D.lgs. 503/1992) ha introdotto la possibilità del pensionamento agevolato per i disabili ed i portatori di handicap all’80%, a patto che si maturino almeno 20 anni di contributi. Ma analizziamo più nel dettaglio l’intera disciplina normativa.
Non perdere il seguente approfondimento: “Pensione anticipata, è il momento di gettare uno sguardo al futuro“.
Pensione anticipata per invalidi: quando è consentita?
Ai sensi del Decreto Amato, gli uomini affetti da disabilità possono andare in pensione a 61 anni di età e con 20 anni di contributi. Le donne, invece, possono accedervi con la stessa anzianità contributiva, ma con soli 51 anni di età.
Per i non vedenti, inoltre, sono sancite ulteriori riduzioni anagrafiche. Gli uomini, infatti, possono smettere di lavorare a 56 anni di età, mentre le donne a 51 anni. Se si considera che il requisito per accedere alla pensione di vecchiaia è di 67 anni di età, lo “sconto” è notevole.
Le tre deroghe del Decreto Amato: pensionamento con 15 anni di versamenti
Il Decreto Amato, però, prevede anche 3 deroghe, che consentono le pensione anticipata ai lavoratori disabili anche con soli 15 anni di contribuzione. Per tutti i dettagli sulle condizioni per poter fruire di tale disciplina, consulta il seguente articolo: “Pensione con 15 anni di contributi: sono moltissimi i contribuenti che possono usufruirne. In che modo?”.
Nello specifico, si può andare in pensione anche con 15 anni di versamenti previdenziali, ma solo se sussistono tali requisiti:
- maturazione di 15 anni di contributi prima del 1992 (corrispondenti a 780 settimane);
- autorizzazione al versamento di contributi volontari entro il 24 dicembre 1992;
- possesso di almeno 25 anni di anzianità contributiva, di 15 anni di contributi effettivi da lavoro dipendente e di 10 anni di lavoro discontinuo.
Affinché gli invalidi all’80% ed i non vedenti ottengano la pensione anticipata, inoltre, devono essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dell’INPS (ad eccezione dell’iscrizione alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi) e alle Forme di previdenza sostitutive della stessa.
In altre parole, il beneficio non spetta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e ai lavoratori autonomi.
A quanto ammonta la prestazione?
Quanto si percepisce di pensione sfruttando le agevolazioni previste per gli invalidi all’80%?
L’importo della prestazione pensionistica è determinato a seconda della data di inizio dell’attività lavorativa e, dunque, attraverso il sistema di calcolo retributivo, contributivo o misto. Non è possibile, quindi, dichiarare cifre specifiche perché esse variano da soggetto a soggetto.
Per avere un’idea di quanto si possa guadagnare, tuttavia, l’INPS mette a disposizione dei contribuenti un apposito servizio, accessibile sia dal sito web sia dall’app INPS Mobile. In questo modo, il lavoratore può ponderare adeguatamente la propria scelta e decidere con consapevolezza se smettere di lavorare in anticipo oppure no.
La legge non prevede alcun tipo di penalizzazione, né tantomeno il ricalcolo contributivo della prestazione.
Come si richiede la pensione anticipata per invalidi?
Chi possiede tutti i requisiti fissati dalla normativa, può presentare domanda all’INPS per la pensione anticipata, effettuando l’accesso al portale web dell’Ente, attraverso le credenziali digitali SPID, CIE o CNS.
In alternativa, si può richiedere assistenza presso la propria sede territoriale dell’INPS o presso un CAF/ Patronato.
È bene specificare che tale tipo di trattamento pensionistico prevede una finestra mobile di 12 mesi. Cosa vuol dire? Che tra la maturazione del diritto alla prestazione e l’effettiva erogazione dell’assegno intercorrono 12 mesi di tempo. Dal momento della presentazione della domanda di pensionamento a quello del versamento della prima quota, quindi, passerà un anno. Infine, se si smette di lavorare, si perde il diritto ai contributi aggiuntivi.