Avere il Colesterolo Alto, secondo le ultime ricerche, “segna” in modo indelebile la salute del paziente, e non si tratta solo di rischi.
Che l’ipercolesterolemia non fosse proprio salutare lo sapevamo già . Ma oggi nuovi studi lanciano un monito verso chi non controlla i livelli di Ldl.
Negli anni, grazie alla divulgazione scientifica, abbiamo compreso la differenza tra colesterolo “buono” e quello cattivo, l’Ldl. Sappiamo che avere dei valori alti può dipendere da molti fattori e che molto possiamo fare per prevenire i problemi di salute correlati, ovvero Ictus e Infarti.
Purtroppo le malattie cardiovascolari sono quelle che mietono più vittime ogni anno, in Italia come nel mondo. Gli Ictus colpiscono in Italia circa 200 mila soggetti all’anno, e ciò che preoccupa è che l’80% di questi sono nuovi casi, mentre il 20% è rappresentato da recidive, ovvero ricadute in chi era già stato colpito.
Le cause di infarto e ictus sono da ricondursi a molte variabili, certo, ma oggi i nuovi studi ci mettono in guardia: ecco perché.
Colesterolo Alto, gli ultimi studi e il destino di chi non lo cura in tempo
Esistono linee guida specifiche per calcolare i livelli di colesterolo “cattivo” oltre i quali si rischia la salute. Secondo queste linee guida, controllare regolarmente lo stato di ipercolesterolemia salva letteralmente la vita.
Di norma, un soggetto sano dovrebbe avere valori nel sangue inferiori a 116 mg/dL; chi invece rientra nelle categorie di rischio moderato – come ad esempio i fumatori – non dovrebbero superare i 100 mg/dL. Le persone diabetiche o che presentano altre malattie hanno un range più basso, al di sotto dei 70 mg/dL. mentre chi è già stato colpito da ictus/infarto non deve superare i 55 mg/dL.
Sono numeri chiari, da cui si evince un semplice concetto. Maggiore è la concentrazione nel sangue di colesterolo cattivo e maggiore è il rischio di avere eventi gravi/invalidanti/mortali come ictus e infarti.
Le parole di Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, emerse durante l’ultimo convegno a tema svoltosi a Roma, non danno adito a dubbi.
“Le evidenze raccolte in numerosi studi epidemiologici, genetici e trial randomizzati hanno dimostrato in maniera inequivocabile che le lipoproteine a bassa densità sono il fattore che determina lo sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica“.
Una delle principali problematiche nella gestione/prevenzione del colesterolo alto e delle malattie conseguenti è la mancata consapevolezza delle persone. Infatti molti di colro che devono assumere terapie non lo fanno in maniera corretta. Non c’è continuità e nemmeno la volontà di effettuare regolari controlli.
Fortunatamente, la figura del medico curante e dei farmacisti sono sempre più legati da una collaborazione professionistica, e possono aiutare i cittadini a curarsi meglio.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)