Opzione donna sarà prorogata anche per il 2023, ma con alcune modifiche, che riducono la platea di chi potrà beneficiarne.
Secondo la bozza della Manovra infatti, cambiano i requisiti per poter accedere alla pensione anticipata riservata alle lavoratrici sia dipendenti che autonome. Resta l’anzianità contributiva di 35 anni, ma innalzando l’età di uscita a 60 anni e legandola al numero dei figli. Quindi 59 anni per un figlio, 58 anni per due.
Sono previste però anche altre novità.
Opzione donna 2023: il quesito
Una lettrice ha inviato il seguente quesito: “Buongiorno, avendo già maturato 36 anni di contributi ma compiendo 58 anni a settembre 2023 potrò ‘cristallizzare’ il diritto ad Opzione donna? Non so se può influire ma sono titolare dei permessi legge 104 per il papà con invalidità 100%. Grazie.”
Opzione donna 2022
Nel sistema attuale, per poter accedere a Opzione donna 2022 sono richiesti 35 anni di contributi e 58 anni di età anagrafica, per le lavoratrici dipendenti; 59 invece per le autonome. Senza differenze tra attività svolta o alla condizione familiare.
Il diritto al trattamento pensionistico si consegue, rispettivamente, dopo 12 e 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti. Mentre per le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica sono previste date già definite: dal 1° settembre e dal 1° novembre 2022. Chi ha perfezionato i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2021, può accedere al trattamento anche successivamente alla prima decorrenza utile. Durante il periodo di attesa è consentito lavorare. Le lavoratrici autonome, al contrario delle dipendenti, non sono obbligate a cessare la propria attività.
L’uscita anticipata dal mondo del lavoro risulta però penalizzante per ciò che riguarda l’importo della pensione, essendo calcolata esclusivamente con il metodo contributivo. Un taglio dell’assegno che può oscillare anche tra il 25% e il 30%, a seconda dei casi e delle variabili legate al percorso lavorativo.
Quali le novità della Legge di Bilancio 2023
Opzione Donna potrebbe subire ulteriori modifiche oltre a quelle già elencate. Infatti il beneficio potrebbe essere riservato solo a determinate categorie di lavoratrici. Ossia:
- caregiver che assistono al momento della richiesta, e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente disabile in situazione di gravità. Oppure un parente o un affine di secondo grado convivente nel caso in cui i genitori o il coniuge abbiano compiuto 70 anni d’età, siano ugualmente affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti;
- con invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%;
- licenziate o impiegate in aziende in crisi. In quest’ultimo caso l’età richiesta è comunque di 58 anni.
Restano confermate le finestre mobili di 12 e 18 mesi. Il testo però non è ancora definitivo e la norma su Opzione Donna 2023, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe essere modificata in modo che venga resa maggiormente inclusiva: il problema resta quello delle coperture.
Opzione Donna e requisiti 2023
In merito al quesito della lettrice, non è possibile dare una risposta certa sui requisiti previsti per Opzione Donna 2023 al momento, in quanto è necessario attendere l’approvazione della Legge di Bilancio.
La cristallizzazione del diritto dà comunque la possibilità di accedere alla pensione anche in un momento successivo. Quindi, se dovesse rientrare nella platea delle beneficiarie, potrà scegliere questa opzione.
Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.