Con la nuova Rottamazione del Governo Meloni, i contribuenti hanno la possibilità di pagare i debiti senza sanzioni o interessi. In che modo?
Per la Rottamazione delle cartelle di pagamento del 2023, si potrà fare affidamento sulla cd. Regola del 5, per l’accertamento con adesione. Essa consente di accedere a numerosi vantaggi.
La Regola del 5 è lo strumento principale nell’ambito dell’ultima tregua fiscale. Ad inserire questo principio nella Legge di Bilancio è stato il Governo Meloni, che ha fortemente voluto una Rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Ma cosa sta a significare tale formula? Analizziamo la normativa e scopriamo a cosa si riferisce.
Non perdere il seguente approfondimento: “Rottamazione quater e stralcio cartelle: le nuove soluzioni per risolvere i debiti col Fisco“.
Rottamazione quater: i vantaggi per i debitori
L’agevolazione più importante, prevista dalla futura pace fiscale, consiste nella facoltà di versare solo l’imposta originaria (cioè, la “somma capitale” della tassa non pagata), priva, dunque, di sanzioni ed interessi. I debitori, inoltre, avrebbero l’opportunità di rateizzare il pagamento in 18 rate totali (da estinguere in 5 anni).
La manovra finanziaria riguarda i debiti iscritti a ruolo dal 2000 al 2022, di importo superiore a mille euro.
Per i debiti, invece, che ammontano ad una cifra pari fino a mille euro ed iscritti a ruolo fino al 2015, è previsto il cd. stralcio totale, cioè l’annullamento automatico. In tal caso, però, è bene sottolineare che si fa riferimento al singolo debito. Questo vuol dire che, se all’interno di una stessa cartella esattoriale, al debitore si contesta, ad esempio, il mancato versamento IRPEF di 500 euro e, contemporaneamente, l’omesso pagamento IRAP di 800 euro, al contribuente verrà annullata la quota complessiva di 1.300 euro.
Se, invece, il debito IRPEF fosse di 600 euro e quello IRAP di 1.200 euro, verrebbero annullati solo i 600 euro; per i rimanenti 1.200 euro, quindi, il contribuente potrebbe contare sulla Rottamazione quater.
Consulta anche il seguente articolo: “Rottamazione dei debiti fino a 1.000 euro: è davvero conveniente per tutti?”
Regola del 5 per accertamento con adesione: in cosa consiste?
Relativamente agli accertamenti con adesione, la Legge di Bilancio 2023, ha introdotto la c.d. Regola del 5. Di cosa si tratta? In relazione alle imposte di pertinenza dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che scelgono di usare l’accertamento con adesione, possono beneficiare della riduzione della sanzione del 5%. Questa regola, tuttavia, vale solo per gli atti di accertamento con adesione notificati entro il 31 marzo 2023.
Gli importi da versare con questa procedura agevolata possono, inoltre, essere saldati in un’unica soluzione oppure a rate.
Se si opta per il pagamento a rate, il versamento può avvenire suddividendo il totale in massimo 20 rate trimestrali di uguale importo. Inoltre, le rate devono essere corrisposte entro l’ultimo giorno di ogni trimestre successivo al pagamento della prima. In poche parole, il piano di rateizzazione deve concludersi in massimo 5 anni (cioè 4 rate ogni anno). Sulle rate diverse dalla prima, bisogna pagare gli interessi al tasso legale.
L’accertamento con adesione è un istituto deflattivo del contenzioso, grazie al quale un soggetto che ha debiti con il Fisco, può raggiungere un esso accordo.
In poche parole, si tratta di un accordo tra contribuente e Agenzia delle Entrate, tramite il quale si facilita un confronto tra le due parti, per la gestione di un conflitto nato a causa di un accertamento fiscale. L’intesa può essere raggiunta sia prima dell’emissione di un avviso di accertamento, sia successivamente, a patto che il contribuente non decida di presentare ricorso innanzi al giudice tributario.
Per mezzo dell’accertamento con adesione, il contribuente può beneficiare di uno sconto sulle sanzioni amministrative. In particolare, la legge stabilisce che dovrà versare solo 1/3 del minimo. Proprio su tale punto, tuttavia, è intervenuta la Rottamazione 2023; essa, infatti, prevede il pagamento, per il debitore, di una sanzione pari ad 1/18 del minimo previsto dalla legge.